lunedì 16 dicembre 2024

Stanze vuote

 

Ph: Hopper, Sole in una stanza vuota, 1963



Stanze vuote

Una mazurka nella stanza vuota
Odor di legno e di pittura fresca
I mobili essenziali e poco altro
Voi orgogliosi della casa nuova
mattone per mattone edificata
con sacrifici sopra all'officina
Passare da due stanze a quella reggia
per me undicenne fu un'immensa festa
La prima stanza tutta solo mia
Letto, comò ed un armadio grande
che in tutte le sue ante fu riempito
di tutto meno che dei miei vestiti
Un comodino per posare i libri
che erano già gioiosa compagnia
Silenzio, sera con la porta chiusa
Sola, sperduta in Cime tempestose
Rassicurante dalla porta a vetri
luce soffusa in fondo al corridoio
Peccato, della stanza tutta mia
non c'è mai stata una fotografia

Sara Ferraglia

giovedì 12 dicembre 2024

Io so che il cielo è stato il suo soffitto

 


Io so che il cielo è stato il suo soffitto

Io so che il cielo è stato il suo soffitto
per tante ore e l'onda fredda e il mare
giganti enormi contro cui lottare.
Sento quel grido lungo e disperato.
So che non ho allungato la mia mano
se non adesso, solo col pensiero,
ma che a qualcuno l'urlo è arrivato.
Un corpo galleggiava piano piano,
quel corpo forte anche se leggero
che il mare, sazio ormai, ha rifiutato.
- È stato Dio - qualcuno avrà già scritto.
Qualcuno avrà trovato le parole,
quelle più adatte, ma di circostanza.
C'è chi non ha il diritto di parlare.
Deve tacere, almeno per creanza.

Sara Ferraglia




martedì 10 dicembre 2024

E forse ricomparirai ( alla poesia )

 


E forse ricomparirai

E forse ricomparirai,
magari a primavera.
Sarai quel primo raggio di traverso
che buca l'orizzonte verso sera.
Sarai come una piuma
sfuggita al nido caldo,
cadrai sulla mia spalla
perchè io guardi in alto.
E sillabe armoniose
mi ridaranno pace
e leggerle sarà come acqua fresca
che una mano ti porge quando hai sete.
Ma adesso dove sei?
Nel buio o nella luce?

Sara Ferraglia

domenica 8 dicembre 2024

Odio gli indifferenti

 

                             

                                                                                                                                  

Odio gli indifferenti

Dobbiamo farli i nomi, è necessario,
di chi produce e vende gli armamenti.
Uno per uno li dobbiamo dire,
tutti annotati sopra un lungo diario,
ché sono loro il braccio e anche le menti
di quell'inferno che han saputo ordire.
Dobbiamo farli i nomi, non si può tacere,
di chi da un bunker o dalla poltrona
conta i soldati da mandare in guerra,
di chi ai bambini spara per mestiere,
per ripulire al meglio la sua zona
da chi non ha diritti sulla terra.
Scriviamoli sui muri, su striscioni
appesi alle finestre ed ai balconi,
che i loro volti passino alla storia,
che non si perda ancora la memoria.
L'indifferenza il peggior danno fa.
Che il mondo sappia... o forse già lo sa?

Sara Ferraglia

 Foto di Robert Capa          

giovedì 5 dicembre 2024

La ballata della fila per il pane

 


La ballata della fila per il pane.


Una ballata non si addice al pianto,
di solito accompagna il ballo tondo
ma basta un solo sguardo a questo mondo
perché si spenga e ammutolisca il canto.
In fila per il pane in quella piazza,
profumo di farina alle narici.
Bianca farina, non per la tua razza
che vogliono estirpare alle radici.
Resteranno sui corpi cicatrici,
per chi si salverà da quel l'inferno.
Sulla farina bianca sangue eterno,
negli induriti cuori eterno pianto.
Una ballata non si addice al pianto,
di solito accompagna il ballo tondo
ma basta un solo sguardo a questo mondo
perché si spenga e ammutolisca il canto.


Sara Ferraglia


mercoledì 13 novembre 2024

Tornando dalla lettura di poesie

 

Tornando dalle letture di poesia


Le cuffie con le orecchie ad orsacchiotto
di un bimbo infreddolito in bicicletta,
le foglie accartocciate lungo i viali,
il silenzio del parco attraversato
dalla fuga di un cane elettrizzato.
Lo richiama il padrone da lontano.
Chi avrà impacchettato l'altalena?
Per quanto tempo rimarrà ferita
prima che un bimbo se ne prenda cura,
accarezzando il seggiolino con le dita?
Sul marciapiede il mio passo è lento
- forse il mio inverno più vicino sento -
mentre ritorno a casa e la poesia
della Guidacci, letta in sintonia
con anime sensibili all'ascolto,
riscalda i sensi e mi distende il volto.
Cerco piccole strade e scorciatoie,
evitando automobili e rumore,
chè il più tardi possibile sian persi
fra i rami nudi gli armoniosi versi.


Sara Ferraglia



lunedì 11 novembre 2024

Poetessedonne il blog

 

Grazie ad Alessia Pizzi per avermi inserita in questa sua interessante mappatura della poesia delle donne di tutto il mondo e di tutti i tempi, nella sezione Autoritratti.

Qui il link all'intervista :https://www.poetessedonne.it/autoritratti/sara-ferraglia/?fbclid=IwY2xjawGe-k9leHRuA2FlbQIxMQABHeTkli1usSLvVoyfLhEAPNvD3fsLzm4Qv84hIjY_3KM_ssO1-N1ME6Y3Bg_aem_lViRYPPdHaOCiOXVd9dbnQ

Dalla parte del torto

 Ringrazio la redazione di Dalla parte del torto. N. 106- autunno per la pagina dedicata ad alcune mie poesie inedite.



sabato 2 novembre 2024

Diana, 10 anni

 


Diana, dieci anni.


Da oggi due saranno
le cifre dei tuoi anni
che ti accompagneranno
fin quando avrai cent'anni.
Dieci come "avanzato".
Ne hai fatto collezione
proprio perché hai studiato
con gioia e dedizione.
E con lo stesso impegno
ogni giornata affronti
lo sport con il sostegno
di tutta la famiglia:
la palla sai gestire
nell'acqua ed in palestra,
la sai intercettare
sia a sinistra che a destra.
Dieci come le dita
tutte della tua mano.
Dieci anni di vita,
dieci anni che ti amiamo.


Sara Ferraglia


martedì 29 ottobre 2024

La ballata della donna scomposta

 


Foto "Donna scomposta" di Daniela Bellofiore.

La ballata della donna scomposta


Donne ubbidienti al lavoro nei campi,
padri padroni che un tempo eran tanti.
Donna perduta nei libri e il cervello
cucina parole e affila il coltello
non per il pane o una fetta di torta
ma per aprire di più quella porta
che fu per secoli la sua prigione.
Donna scomposta del cattivo esempio
che non portavi i tuoi figli nel tempio,
nemmeno un briciolo di dedizione,
quando perdevi perfino il cognome.
Donna regina dei sensi di colpa,
quelli che bussano uno alla volta,
ereditati da nonne e bisnonne
e la tua notte rendono insonne.
Cerca le stelle, vai oltre il soffitto
chè tua è la vita, non paghi l'affitto.


Sara Ferraglia




martedì 8 ottobre 2024

Era sul marciapiede a Sarajevo-

 


Era sul marciapiede a Sarajevo
Era sul marciapiede a Sarajevo,
pochi prodotti tutti ben esposti:
dieci cipolle strette in un sacchetto,
sei mazzettini in fila di lavanda,
un piccolo cestello d'insalata.
Due occhi grandi, colmi di tristezza
e nelle mani tanta gentilezza
per quegli oggetti in ordinata fila
che forse a sera le daranno il pane.
L'ho superata ed ho seguito il gruppo,
ma poi sono tornata per cercare
qualcosa nel suo sguardo da rubare.
Lei mi perdonerà se sulla strada
del lunghissimo viaggio di ritorno
- ora a Trieste sta nascendo il giorno -
la porterò con me, ovunque vada.


Sara Ferraglia


Viaggio di studio in Bosnia Erzegovina con Centro studi Movimenti


Immagine dal web.


lunedì 7 ottobre 2024

L'assedio

 


L'assedio


Non ho mai pianto, non potevo farlo.
Bruciavano le scarpe, addirittura.
Potevano servire come tazze
per bere, per mangiare o cucinare,
ma noi cucinavamo la paura.
Trenta chili di ossa diventó il mio corpo.
E poi la sete, sempre tanta arsura.
E il freddo di quei quattro lunghi inverni,
quattro torride estati, giorni eterni.
La resa ci chiedevano i cecchini,
padroni della vita e della morte,
mirando da lassù anche ai bambini,
piccole vite da tirare a sorte.
Ma non mi sono arresa, non potevo.
Pensare a sopravvivere dovevo
in questa mondo oscuro che è la Bosnia,
in quella grande bara, Sarajevo.


Sara Ferraglia


sabato 5 ottobre 2024

Come lo sguardo di Medusa


 

Come lo sguardo di Medusa


Come lo sguardo di Medusa
così m'imbozzoló l'attesa.
E tu che dall' esterno mi guardavi
non percepivi la mia vibrazione,
ma sul mio corpo ricamavo ali.
La mia non è mai stata una prigione.
Ti nascondevi fra lenzuola al vento,
dal profumo di madre e d'erba antica,
nei giochi del cortile e il labirinto
di un amore nuovo e la fatica
di stare in equilibrio sulla trave,
braccia distese, piedi fermi al suolo,
col corpo a terra ma col cuore in volo.
Ed ora ti rivedo, qui vicino
alla poltrona grande e sorridiamo.
L'attesa è un viaggio e noi ci ritroviamo.

Sara Ferraglia


venerdì 4 ottobre 2024

Ingresso in Bosnia

 




Ingresso in Bosnia.

E qui i ragazzi stanno entrando a scuola,
un edificio nuovo bianco e blu.
Le otto del mattino, zaini in spalla.
Per loro resta, forse, la memoria
della violenza di trent'anni fa.
Prendiamo l'autostrada, un nastro liscio,
lungo e diritto fino a Sarajevo.
E tutt'intorno i boschi e poche case
in questo autunno grigio e minaccioso.
Va oltre il finestrino il mio pensiero,
cerca fra i rami qualche movimento.
Lì come allora c'è chi sta fuggendo,
braccato e stanco in una nuova caccia.
La ragazzina col maglione rosso
scavalca lo steccato e poi si perde.
Dietro di lei una lenta mucca, rossa.
Intorno c'è l'immensità del verde.
Qui scorre sempre uguale il paesaggio,
rallenta il tempo in questo lungo viaggio.
E poi di colpo spiccano macerie,
resti di case, segni degli spari.
In mezzo al verde il rosso dei ricordi.

Sara Ferraglia




 



 




venerdì 20 settembre 2024

Cassandra muta

 


Cassandra muta

- Se ancora fosse il tempo degli dei
chiederei ad Apollo la clemenza.
Perdonami il rifiuto, gli direi
e strappami dagli occhi la veggenza. -
Passa Cassandra muta nelle piazze,
più forte è il suono dell'indifferenza
e le vacanze e il rombo dei motori,
l'aperitivo come d'ordinanza,
gli sguardi corti, che non vanno fuori
dagli orli dei vestiti e della strada.
Eppure sapevamo che anche il sole
ad est ormai non sorge più, è fisso,
brilla di luce fredda e innaturale.
Siam tutti a cento passi dal l'abisso.

Sara Ferraglia

Inedita

mercoledì 4 settembre 2024

Via dalla pazza folla

 

Via dalla pazza folla

Stanotte ti ho sognato.
Passavi in mezzo a mille e più persone,
con la camicia a quadrettini blu,
col tuo sorriso ironico e scherzoso.
Tornavi dalla festa del paese
ed io ti chiesi - C'era tanta gente? -
Due passi avanti, aria indifferente
- Sempre anche troppa - e mi lasciavi là,
smarrita nel frastuono e nei saluti.
È questa, padre, la tua eredità,
volare in alto come in una bolla
che, trasparente, si allontana e va,
via dalla pazza folla.
Sara Ferraglia

Inedita

sabato 31 agosto 2024

Dopo la pausa estiva


Dopo la pausa estiva

Ritrovarsi dopo la pausa estiva.
Quante parole giuste sulle labbra,
dipinte in grande sopra gli striscioni,
quante ne abbiamo urlate nelle piazze
e in fila nelle manifestazioni!
Come fossero scritte sulla sabbia
le ha cancellare l'odio con i droni.
E ci guardiamo in faccia, un po' smarrite
nel ritrovarci per provare ancora
a dire a tutti che non è finita,
che cesserà l'inferno in terra ed ora
star dalla parte giusta della storia
sarà la torcia, il nostro orientamento
e quando se ne perderà memoria,
per distrazione o per comodità,
guardandoci negli occhi o nello specchio,
saremo in pace per l'umanità
che avrà riempito il nostro cuore vecchio.


Sara Ferraglia


con Donne In Nero Parma
#diariopoeticodonneinneroparma



lunedì 29 luglio 2024

Notte d'estate


 Notte d'estate

La calura d'estate, i vetri aperti,
mi sussurra la notte i suoi segreti.
Sono le tre, riposano gli asfalti
come il sangue nei corpi inanimati.
Un'auto fugge, suona una sirena
come in un film d'azione americano,
scenografia di Hopper, luna piena
e l'immaginazione va lontano.
Ancora il sonno tarda ad arrivare.
Sui tetti appare l'oro dell'aurora,
un merlo o un tordo iniziano a zirlare.
Nettezza urbana sulla strada e allora
scrivo due versi prima che il rumore
svegli i miei sensi e m'assopisca il cuore.

Sara Ferraglia
Inedita


giovedì 25 luglio 2024

A poco a poco

 

A poco a poco

A poco a poco, con calma e lentezza,
svuotó tutti i cassetti e poi gli armadi.
Nel farlo ricordava la bellezza
della sua gioventù, dei tempi andati.
Le scarpe le donó a quella donna
che medicava i piedi dei migranti
e gli abiti più belli ai senzatetto
sempre più numerosi sotto i ponti.
Coi vestiti più vecchi poi cucì
pupazzi e copertine per bambini
e li portó all'Emporio Solidale
per addolcire i pacchi di Natale.
Oro e gioielli non ne aveva più,
regalati nel tempo ai familiari.
Conservó un braccialettino in quarzo blu,
di cui non ricordava provenienza.
Solo quello indossó sul corpo vecchio,
perché color del cielo nella notte.
Si pettinó e sorrise nello specchio,
lisció i capelli bianchi come il latte.
E nella notte blu e senza luna
se ne andò via, leggera come piuma.


Sara Ferraglia

Foto da "Riflessioni", lavoro fotografico di Tom Hussey.
Inedita


venerdì 19 luglio 2024

Due mari


 

Due mari

Felice il bimbo che ha finito il muro
del castello di sabbia sulla spiaggia.
Grida di contentezza ed è sicuro
che domani quel gioco rifarà.
Lontano, un altro mare ed altre vite,
muri abbattuti e fragili speranze
e gli occhi dei bambini che, smarriti,
chiedono se un domani ci sarà.
Il ciclo della storia si ripete.
Il gioco dei potenti lo conduce.
Decidono se un bimbo può giocare
o se una bomba lo distruggerà.


Sara Ferraglia


con Donne In Nero Parma

lunedì 1 luglio 2024

Alla poesia

 

Bambina davanti al mare argentato -Joaquin Sorolla

Alla poesia
Forse in un altro tempo
in un'altra stagione
forse tu eri vento,
io ero l'aquilone.
E forse in altri mari
e su più antiche rotte
tu eri il maestrale
ed io ero scirocco.
E mi arriva il tuo canto
come fossi sirena
specialmente la notte,
quando c'è luna piena.
Tutto questo è mistero
che non voglio si sveli,
credo ancora alle fiabe,
l'incoscienza del sogno
che distoglie dal vero.
Sara Ferraglia