sabato 24 agosto 2019

Empatìa


Empatìa
Mi chiedi perché scrivo una poesia
se sulla carta poi non la trascrivo,
se non contratto con l'editoria
e se non firmo i miei libri dal vivo.
Non posso farlo se non so chi sono.
Mi chiamo Sara oggi ma domani
Indio dell'Amazzonia, Inuq del Polo
all'alba bianche, la sera nere mani.
Ma se un giorno cambiasse sulla via
il mio pensiero come cambia il vento
chiamerei il mio libro "Empatìa"
e a me stessa direi "te lo presento".
( Sara Ferraglia)

martedì 6 agosto 2019

Fetente, tu.


Fetente, tu.


Se odio, violenza e rabbia
avessero un odore
quello sarebbe il tuo, 
del tuo potere fondato sulla sabbia
di quel deserto pieno di dolore. 
Fetente, tu. 
No, non ti ascolterà Maria. 
Lei conosce il dolore. 
In quanto donna e madre 
ti strapperà un giorno 
il rosario dalle mani
e dalla tua bocca oscena
cancellerà parola ladra
scritta per una scena
della tua dolorosa farsa, 
poi come letame intorno sparsa. 
Fetente, tu. 
Resterai muto e mille santi,
bugie, contratti, 
cinquanta Ave Maria
non ti saran d'aiuto
e tutti i topi che in te hanno creduto 
ti lasceranno solo sulla via. 
- Addosso al pifferaio! - canteranno
avvezzi come sono al voltafaccia 
e a darti del fetente saran tanti.

( Sara Ferraglia)

giovedì 1 agosto 2019

Un tempo avevo piedi agili



Un tempo avevo piedi agili

Un tempo avevo piedi agili
che mi portavano ovunque
decidessi d'andare. 
E avevo mani grandi e generose 
che curavano anime fragili,
che agghindavan le spose.
E avevo braccia forti e muscolose
e gambe che correvano veloci.
E avevo enormi occhi
per scrutare il deserto
e orecchie sensibili ai venti
e parole non tante, sufficienti
per consolare nella fame i figli
e i vecchi negli stanchi giacigli.
Avevo tutto, dunque.
Non ho mai chiesto niente
a mio padre, né a mia madre.
Ma ora che son qui, in fondo al mare
li pregherei d'insegnarmi a nuotare.

( Sara Ferraglia)