L'assedio
L'assedio
Non
ho mai pianto, non potevo farlo.
Bruciavano
le scarpe, addirittura.
Potevano
servire come tazze
per
bere, per mangiare o cucinare,
ma
noi cucinavamo la paura.
Trenta
chili di ossa diventó il mio corpo.
E
poi la sete, sempre tanta arsura.
E
il freddo di quei quattro lunghi inverni,
quattro
torride estati, giorni eterni.
La
resa ci chiedevano i cecchini,
padroni
della vita e della morte,
mirando
da lassù anche ai bambini,
piccole
vite da tirare a sorte.
Ma
non mi sono arresa, non potevo.
Pensare
a sopravvivere dovevo
in
questa mondo oscuro che è la Bosnia,
in
quella grande bara, Sarajevo.
Sara
Ferraglia
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