Medusa
Loro parlano, parlano
Un ingorgo di elettromagneti
di segnali che picchiano in testa
sibilanti serpenti a sonagli
attorcigliati nei capelli
di smarrita Medusa
Filtra il sole a spiragli
lungo il viale di abeti
Guardatemi negli occhi !
E forse diverrete pietra
Tacciono improvvisamente
Tacciono su quest’autobus
e scompare la gente.
Dai camini e dai tetti,
passando dai finestrini,
tornano i miei pensieri
come tanti uccellini
Un monastero antico,
( oggi carne o minestra?)
i silenzi del bosco,
( ho i letti da rifare !)
una goccia di pioggia
( stasera dormo presto !)
sulla foglia del fico.
( Sara Ferraglia )
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