venerdì 3 ottobre 2008

Le stagioni di mia madre


Le stagioni di mia madre 

I suoi vestiti odorano di viole 

E di ginestre al sole appisolate

 Affamate di caldo al primo sole 

Le sue mani nei fiori indaffarate.

 Gerani colorati ai davanzali

 E figli già cresciuti in qualche posto 

Sogni assopiti mettono le ali

 In una notte torrida d’agosto. 

 E poi l’autunno coi suoi toni accesi 

La vede pensierosa accanto al fuoco 

Sente passar il tempo,i giorni, i mesi 

Sa di far parte di un immenso gioco. 

 Ora l’inverno freddo e immacolato 

Con il suo filo puro e trasparente 

Un velo di ricordi ha già intrecciato 

Gliene fa dono, inesorabilmente. 

 Le tue stagioni, o madre, come onde 

S’imprimono nel cuore, si fan vita 

S’abbatton dolcemente sulle sponde 

Flusso e riflusso di beltà infinita.

( Sara Ferraglia )

Segnalazione speciale XXI edizione premio Ignazio Silone - Parma 2004
Seconda classificata Premio Maria Rizzo - Roma 2008

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