Le stagioni di mia madre
I suoi vestiti odorano di viole
E di ginestre al sole appisolate
Affamate di caldo al primo sole
Le sue mani nei fiori indaffarate.
Gerani colorati ai davanzali
E figli già cresciuti in qualche posto
Sogni assopiti mettono le ali
In una notte torrida d’agosto.
E poi l’autunno coi suoi toni accesi
La vede pensierosa accanto al fuoco
Sente passar il tempo,i giorni, i mesi
Sa di far parte di un immenso gioco.
Ora l’inverno freddo e immacolato
Con il suo filo puro e trasparente
Un velo di ricordi ha già intrecciato
Gliene fa dono, inesorabilmente.
Le tue stagioni, o madre, come onde
S’imprimono nel cuore, si fan vita
S’abbatton dolcemente sulle sponde
Flusso e riflusso di beltà infinita.
( Sara Ferraglia )
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