Tardo autunno.
Capisco ora, a quasi settant'anni,
cos'era il mio vagar per boschi
a quindici anni, sola
con l'inverno alle porte.
Non andavo in estate o in primavera,
era già allora il tardo autunno
quello che più mi assomigliava.
Sento ancora l'odor delle foglie
calpestate da neri stivali antipioggia, di gomma, perfetti
per entrare nell'acqua sorgiva.
Quel silenzio che il cuore ovattava...
di natura che tutto rallenta,
vita che lentamente scolora
mano a mano che il sole tramonta.
Dolce, lenta stagione che ancora
di ricordi è affabulatrice
e rafforza profonda radice
con gli aromi dell'ammostatura.
Sara Ferraglia
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