Pulviscolo di versi
Filtrano smerigliati vetri antichi
pulviscolo di versi
Scaglie di luna, siepi d’infinito
di sepolcri ed altari
Indigeni sospiri messicani
e poi, dall’est, due sconosciute mani
e profumati gelsomini
indiani
e la fatica di salir le scale
quando d’autunno giunge la dolcezza
o se l’amore sposa la follia
“Strappami dal sospetto di esser nulla”
E’ la poesia del dubbio e del dolore
Un’intatta bellezza
evade dalle pagine del libro,
s’invola verso l’Angioletto d’oro
sostando fra le trifore del Duomo
lo raggiunge, l’abbraccia
e gli lascia pulviscolo di versi
sul petto e sulle braccia.
( Sara Ferraglia )
Il 21 marzo, insieme al gruppo di poesia “Amici di
Giovanna They” di Parma, del quale faccio parte, abbiamo celebrato la Giornata
Mondiale della Poesia in una sala inaspettatamente e piacevolmente
affollata di persone. Ognuno di noi ha
scelto, in piena autonomia, di leggere i versi che preferiva. Si è dato vita
così’ ad un caleidoscopio poetico che spaziava dalla luna e le siepi di
Leopardi al milione di scale di Montale, da un dolce ottobre di Cardarelli alla poesia
indigena messicana. E ancora Spaziani, Merini, Tagore e Magda Isanos, poco conosciuta poetessa rumena. E
poi il dolce ricordo di Silvia Marutti,
una poetessa di Parma recentemente e
prematuramente scomparsa e i mille versi dedicati da un giovane
sacerdote-poeta all’Angiol d’or, la statua di S.Raffaele, che protegge
la città dalla cima del campanile del Duomo.
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