In ricordo di Alda Merini
Legge 180
Siediti accanto a me che non ti mangio
Leggo il tuo sguardo muto di paura
Non son pericolosa sai?
Non parlo
L’udito mi difetta ma mi arrangio
Se ti sorrido… fai la faccia scura
I denti miei? Li ha divorati un tarlo
Fui di me stessa un tempo prigioniera
Dei miei fantasmi e delle ragnatele
Di fredde scosse e ruvide lenzuola
Abitante di un corpo ma straniera
Percorrevo più vite parallele
Implorando un silenzio che consola
L’unico posto vuoto mi sta accanto
Siediti sconosciuta amica mia
Perdona questo odor di naftalina
Sto chiusa spesso in casa ma ogni tanto
Trascino i passi miei lungo la via
E giungo a questo luogo, la panchina
( Sara Ferraglia )
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