martedì 30 settembre 2025




Parlano tanto

Quante parole assorbo dalla gente...
Parlano tanto
Di solito io ascolto, solamente
Raccontano di sé, dei propri mali
o di quelli del mondo, universali
Sempre aggiornati, sempre sul pezzo
Se provo ad interrompere nel mezzo
di un soliloquio denso e appassionato,
per stabilire un minimo contatto,
volgono altrove lo sguardo distratto
con l'urgente bisogno malcelato
di continuare nel ragionamento,
di non perdere il filo del discorso
Finché un improvviso appuntamento
come un colpo di vento li allontana
Rimango sola, presa dal rimorso,
da un misto di sollievo e irritazione,
per non aver nemmeno chiesto il nome
Sara Ferraglia

sabato 27 settembre 2025

Sotto altra forma

 

Sotto altra forma

Come se mi avessero staccato la spina
quando ero una lampadina
e avessi di conseguenza
cessato di far luce e fossi rimasta senza
energia e all'improvviso fossi diventata
un pezzo vintage, un poco impolverata
Anzi, pezzo da collezione, d'antiquariato,
spento come l'autunno già iniziato
Ma un raggio filtra ancora fra le bacche
rosse del biancospino e fa risacca
con il rosa del tramonto
e mentre qui sul tetto
un balestruccio per migrare è pronto,
torna dai monti al piano un pettirosso
e mi ricorda che tutto è movimento,
anche quando ti cade l'autunno addosso
tutto quanto ritorna,
forse sotto altra forma

Sara Ferraglia


sabato 20 settembre 2025

Lettura dei nomi

 Lettura dei nomi

Son come frecce i nomi dei bambini
Trafiggono il mio cuore in questa piazza
Seduti dietro, al bar bocche voraci
divorano brioches e cappuccini
Ognuno di quei nomi graffia e incide
i muri delle chiese e dei palazzi
La gente passa, perché non li vede?
Son rossi come il sangue, hanno le ali,
sfiorano labbra ed occhi, son leggeri
Eppure ognuno pesa come il piombo
di quei fucili che li hanno ammazzati
Attento, tu che passi indifferente
Attento, se uno solo ti ha colpito
in gola avrai un urlo permanente
Saprai che è l'ora, che l'umanità è finita

Sara Ferraglia


mercoledì 3 settembre 2025

Sonno

 


Sonno 

E se calasse il sonno giù dal cielo
e prepotente mi chiudesse gli occhi?
Quel cielo senza sole, stelle e luna
che il mio sguardo non vuole abbandonare
Non dormo, passo il tempo a vigilare
su quelle finte stelle, una ad una
Son frecce infuocate, strumenti di morte,
che non prendan con sé il mio bambino,
che non abbiano in mano la sua sorte
Sonno, ti prego, non tradirmi ora,
proteggi come me il suo corpicino
Stammi lontano, questa notte ancora

Sara Ferraglia