( Il dolore - Paul Cezanne )
Dialogo col dolore
Come tutti, risponderò all’appello
quando mi chiamerà il primo dolore
tagliente sulla guancia come neve
e rosso come sangue sul coltello.
“Eccomi - gli dirò- colpisci al
cuore,
lo so che la tua mano non è lieve.”
E lo ringrazierò per il ritardo,
per gli anni dolci della sua assenza
quando ci siam sfiorati fra la gente
e lui non mi ha degnata di uno sguardo.
E gli dirò “ora sei qui - pazienza -
ma, se colpisci, fallo urgentemente.”
E non gli chiederò da dove viene
né quanto tempo pensa di restare
né se viaggia da solo o in compagnia.
Mi mostrerà ciò che gli appartiene
e ciò che ancora deve conquistare
mentre sussurrerò “e così sia.”
( Sara Ferraglia )
5 commenti:
la sofferenza che coglie impreparati è quella più imperiosa, si pasce di stupore, folgora come un lampo... la consapevolezza del dolore inevitabile invece lo rende meno forte... se lo accogli come un ospite atteso, sarà come una vecchia foto da appendere al muro finché non ingiallisce...
un saluto
Ti ringrazio del tuo passaggio. Hai colto molto bene cosa intendevo dire.
Sara
Complimenti, bei versi!
I versi di Sara sono d’un’accorata bellezza e ci spiegano che il dolore, unico vero padrone delle nostre vite, è un dio rapace, in grado d’applicare un genere soltanto (uno e basta!) di clemenza: quello di norma conosciuto come indifferenza. E quando questa bontà fittizia ad un tratto cessa, il solo modo per venire a patti con un nume di tal fatta è offrirsi a lui ciecamente, come al più grande dei nostri amori: perché noi siamo il sacrificio umano che forse riuscirà (per il bene del singolo, come del mondo intero) a placare la furia gelida di un simile sovrano, superno e incontrastato.
Pietro Pancamo
Conosco,purtroppo tanti dolori,mia madre, anche quello della morte di una giovane figlia, e da due anni anche la morte del mio amatissimo marito...anche se il dolore continua a mordere,la consapevolezza lo rende sopportabile...per chi resta,comunque, un prezzo molto alto da pagare
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