lunedì 11 novembre 2024

Poetessedonne il blog

 

Grazie ad Alessia Pizzi per avermi inserita in questa sua interessante mappatura della poesia delle donne di tutto il mondo e di tutti i tempi, nella sezione Autoritratti.

Qui il link all'intervista :https://www.poetessedonne.it/autoritratti/sara-ferraglia/?fbclid=IwY2xjawGe-k9leHRuA2FlbQIxMQABHeTkli1usSLvVoyfLhEAPNvD3fsLzm4Qv84hIjY_3KM_ssO1-N1ME6Y3Bg_aem_lViRYPPdHaOCiOXVd9dbnQ

Dalla parte del torto

 Ringrazio la redazione di Dalla parte del torto. N. 106- autunno per la pagina dedicata ad alcune mie poesie inedite.



sabato 2 novembre 2024

Diana, 10 anni

 


Diana, dieci anni.


Da oggi due saranno
le cifre dei tuoi anni
che ti accompagneranno
fin quando avrai cent'anni.
Dieci come "avanzato".
Ne hai fatto collezione
proprio perché hai studiato
con gioia e dedizione.
E con lo stesso impegno
ogni giornata affronti
lo sport con il sostegno
di tutta la famiglia:
la palla sai gestire
nell'acqua ed in palestra,
la sai intercettare
sia a sinistra che a destra.
Dieci come le dita
tutte della tua mano.
Dieci anni di vita,
dieci anni che ti amiamo.


Sara Ferraglia


martedì 29 ottobre 2024

La ballata della donna scomposta

 


Foto "Donna scomposta" di Daniela Bellofiore.

La ballata della donna scomposta


Donne ubbidienti al lavoro nei campi,
padri padroni che un tempo eran tanti.
Donna perduta nei libri e il cervello
cucina parole e affila il coltello
non per il pane o una fetta di torta
ma per aprire di più quella porta
che fu per secoli la sua prigione.
Donna scomposta del cattivo esempio
che non portavi i tuoi figli nel tempio,
nemmeno un briciolo di dedizione,
quando perdevi perfino il cognome.
Donna regina dei sensi di colpa,
quelli che bussano uno alla volta,
ereditati da nonne e bisnonne
e la tua notte rendono insonne.
Cerca le stelle, vai oltre il soffitto
chè tua è la vita, non paghi l'affitto.


Sara Ferraglia




martedì 8 ottobre 2024

Era sul marciapiede a Sarajevo-

 


Era sul marciapiede a Sarajevo
Era sul marciapiede a Sarajevo,
pochi prodotti tutti ben esposti:
dieci cipolle strette in un sacchetto,
sei mazzettini in fila di lavanda,
un piccolo cestello d'insalata.
Due occhi grandi, colmi di tristezza
e nelle mani tanta gentilezza
per quegli oggetti in ordinata fila
che forse a sera le daranno il pane.
L'ho superata ed ho seguito il gruppo,
ma poi sono tornata per cercare
qualcosa nel suo sguardo da rubare.
Lei mi perdonerà se sulla strada
del lunghissimo viaggio di ritorno
- ora a Trieste sta nascendo il giorno -
la porterò con me, ovunque vada.


Sara Ferraglia


Viaggio di studio in Bosnia Erzegovina con Centro studi Movimenti


Immagine dal web.


lunedì 7 ottobre 2024

L'assedio

 


L'assedio


Non ho mai pianto, non potevo farlo.
Bruciavano le scarpe, addirittura.
Potevano servire come tazze
per bere, per mangiare o cucinare,
ma noi cucinavamo la paura.
Trenta chili di ossa diventó il mio corpo.
E poi la sete, sempre tanta arsura.
E il freddo di quei quattro lunghi inverni,
quattro torride estati, giorni eterni.
La resa ci chiedevano i cecchini,
padroni della vita e della morte,
mirando da lassù anche ai bambini,
piccole vite da tirare a sorte.
Ma non mi sono arresa, non potevo.
Pensare a sopravvivere dovevo
in questa mondo oscuro che è la Bosnia,
in quella grande bara, Sarajevo.


Sara Ferraglia


sabato 5 ottobre 2024

Come lo sguardo di Medusa


 

Come lo sguardo di Medusa


Come lo sguardo di Medusa
così m'imbozzoló l'attesa.
E tu che dall' esterno mi guardavi
non percepivi la mia vibrazione,
ma sul mio corpo ricamavo ali.
La mia non è mai stata una prigione.
Ti nascondevi fra lenzuola al vento,
dal profumo di madre e d'erba antica,
nei giochi del cortile e il labirinto
di un amore nuovo e la fatica
di stare in equilibrio sulla trave,
braccia distese, piedi fermi al suolo,
col corpo a terra ma col cuore in volo.
Ed ora ti rivedo, qui vicino
alla poltrona grande e sorridiamo.
L'attesa è un viaggio e noi ci ritroviamo.

Sara Ferraglia


venerdì 4 ottobre 2024

Ingresso in Bosnia

 




Ingresso in Bosnia.

E qui i ragazzi stanno entrando a scuola,
un edificio nuovo bianco e blu.
Le otto del mattino, zaini in spalla.
Per loro resta, forse, la memoria
della violenza di trent'anni fa.
Prendiamo l'autostrada, un nastro liscio,
lungo e diritto fino a Sarajevo.
E tutt'intorno i boschi e poche case
in questo autunno grigio e minaccioso.
Va oltre il finestrino il mio pensiero,
cerca fra i rami qualche movimento.
Lì come allora c'è chi sta fuggendo,
braccato e stanco in una nuova caccia.
La ragazzina col maglione rosso
scavalca lo steccato e poi si perde.
Dietro di lei una lenta mucca, rossa.
Intorno c'è l'immensità del verde.
Qui scorre sempre uguale il paesaggio,
rallenta il tempo in questo lungo viaggio.
E poi di colpo spiccano macerie,
resti di case, segni degli spari.
In mezzo al verde il rosso dei ricordi.

Sara Ferraglia