Lorenza d'oltremare.
Aprimmo le finestre
da troppi anni chiuse,
la casa abbandonata.
frecce di luce calda
e un po' sfacciata.
Una falena morta,
secca sul pavimento,
chissà com'era entrata.
La cimice indecisa
se uscire o rimanere
ancora sul soffitto.
Ogni anta, ogni cassetto
strabordava nemoria,
ci parlava la casa,
raccontava dei passi,
delle voci in estate.
Tutto ancora nell'aria,
dalle muffe sui muri
di pareti scrostate
respirava la casa.
E svuotammo gli armadi,
nei sacchi abiti pieni
di schiene e gambe ancora.
Poi quelli piccolini,
tenuti per ricordo
coi giochi dei bambini.
La madia conservava
olio, zucchero e sale,
ed ancora le impronte
delle dita un po' unte.
All'improvviso ho pianto
ritrovando sul fondo
di un cassetto tarlato
due libri stropicciati.
-Lorenza d'oltremare-
storia degli anni venti,
sconosciuto editore
e quegli eventi
su pagine sciupate,
romanzo scritto in rosa.
Giovane innamorata
che soltanto sognava
marito, figli, casa
e andare sposa
e il suo futuro sottolineava.
Sara Ferraglia
Inedita
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