lunedì 8 aprile 2024

Cessate il fuoco

 

Cessate il fuoco
Senti come ti batte contro i denti
la lingua se pronunci quel fonema
che fa oscurare tutti i continenti
e piange il cielo e anche la terra trema.
Guerra... Guerra... Guerra...
Mitragliano le "erre" sul palato,
contratta la mascella nel terrore.
E il tuo futuro viene cancellato
dall'odio disumano, dall'orrore.
Allora chiudi gli occhi, poi respiri,
rallenta il cuore, allarghi le tue braccia.
Ed ecco prender forma sulla faccia
una parola piccola ma rara
che fra le labbra scivola leggera, fresca, come le gemme a primavera.
Torna il sorriso al posto della bava,
rinasce l'uomo dove il mostro stava.
Pace...Pace...Pace...
Cessate il fuoco e la tempesta tace.
Sara Ferraglia

martedì 2 aprile 2024

Francesco

 Francesco


Ho capelli ribelli, ti dicevo
- Sei tu che vuoi deviare il loro verso -
Così mi sorridevi e suggerivi
di non forzare ciò che non potevo.
- Son regole di tutto l'universo-
e mentre tu tagliavi mi arrendevo.
Riflesso negli specchi ogni tuo sguardo
creava poi precise geometrie.
Di forbici e di mani ogni riguardo,
perché perfette fossero cromìe.
E poi di colpo non ti vedrò più
sulla poltrona fuori dal negozio,
la sigaretta in un momento d'ozio,
chiacchiere improvvisate sulla via.
Asciugo i miei capelli e penso a te,
seguano il loro verso e... Namasté.


Sara Ferraglia







Laurea

 

Laurea

Che tenerezza le due ragazzine
così orgogliose e fiere
con quelle coroncine in testa
di fiori e foglie vere
Sperano nel futuro, fanno festa
com'è giusto che sia
Percorre il nostro autobus la via
dal Campus delle scienze fino al centro
Scendono coi parenti, in allegria
al bar San Pietro per l'aperitivo
-Dottore, dottore...- cantano, evviva!
Prosegue il suo tragitto la vettura
Tanti volti stranieri, persi dentro
ognuno ai propri sogni ma il futuro
a volte si frantuma dietro un muro


Sara Ferraglia


Inedita


martedì 19 marzo 2024

 

Mio padre che non c'è

E se tu fossi là che stai aspettando
che io ti chiami e dica -ciao papà-
come feci per anni, da bambina
e poi per sempre, fino a un anno fa?
Un tempo credo t'importasse poco
di auguri tutti uguali e stropicciati
sui fogli a righe oppure quadrettati
Poi, con l'età, a conti fatti e affanni
dovuti alla salute ed ai rimpianti,
forse aspettavi la telefonata
nel giorno della festa del papà
E poco fa una chiamata muta
mi ha parlato di te
Chiamata sconosciuta
Mio padre che non c'è

Sara Ferraglia

Opera di Sung Hwa Kim.

sabato 16 marzo 2024

Anita, 15 anni

 



Anita, 15 anni


Anita dagli occhi color del cielo
Anita cresce, nel corpo e nel cuore
Pensieri e sogni nascosti da un velo
che sale e scende secondo il suo umore
Passo per passo percorre il sentiero,
spesso coi jeans, a volte con la gonna
A volte inciampa col piede e il pensiero
e già lo sa che diventare donna
richiede tempo, pazienza ed impegno.
Nessuna principessa, nessun regno
Nessun regalo, che tutto è conquista
Fiero lo sguardo e più acuta la vista.

Sara Ferraglia


lunedì 11 marzo 2024

Lasciare

 


Lasciare

Lasciare, lasciar scorrere le cose
Scivolare sul tempo con lentezza
Seminare, dissodare dolcezza
Aspettare. Fioriranno le rose
Pianissimo. Avvicinarsi al fiore
come farebbe l'ape laboriosa,
o meglio, la farfalla silenziosa
Non toccare. Lasciarsi inebriare
Immergersi in questa primavera,
perdersi e perdere l'orientamento
Ascoltare i sussurri e il fermento
Come Gazania chiudersi di sera
Cedere al sonno che il sogno profuma,
Belle di notte danzano alla luna
Sara Ferraglia
La bimba nel giardino è di Jurga Sculpteur

venerdì 1 marzo 2024

Lo sguardo



Lo sguardo

Mai perderò lo sguardo

per i sepolti vivi,
per i precipitati
dai tetti, nei cortili
giù dalle impalcature
vittime designate
di appalti scellerati.
Mai perderò lo sguardo
per gli affogati in mare,
per chi è scampato al viaggio
per chi gli cura i piedi,
per quelli che non vedi,
per il loro coraggio.
Mai perderò lo sguardo
per chi non ha più niente,
la miseria che affama
chi ruba una scamorza
per sette euro in croce,
nuda disperazione
che anche l'onestà spegne
e lascia senza voce.
Mai perderò lo sguardo
per i manganellati,
ragazzi della scuola,
operai ai picchetti
di fabbriche svendute
e loro licenziati
con un messaggio crudo.
Così lunga è la notte,
anche l'alba è in ritardo.
Speranzoso il mio sguardo
vola oltre l'orrore,
in pindarico volo.
Senza fare rumore
si allontana dal suolo

Sara Ferraglia

giovedì 22 febbraio 2024

Le carezze


 Le carezze

E se ci penso ti ho voluto bene
senza le tue carezze sulla guancia,
senza la ninna nanna sui ginocchi,
la borsa d'acqua calda sulla pancia
e senza quel guardarsi occhi negli occhi
se rientravo tardi nella notte
Tu, solida presenza, mia fortezza
chiudevi in uno scrigno l'emozione,
che farla uscire era debolezza,
frutto di una severa educazione
E se ci penso bene adesso trovo,
nei versi di poesie sugli altri padri,
quei gesti che, da te, io non ho avuto
Eppure quanto bene ti ho voluto
Le uniche carezze che ricordo
son quelle disperate che ti ho dato
il giorno prima, quando mi hai lasciato
Sara Ferraglia
Immagine dal web

La tela di ghiaccio

 


La tela di ghiaccio


E nessun taglio netto,
nessuna ambiguità
Tesse la tela un ragno
che uno scopo non ha
Semplicemente vive,
godendo del momento,
di quella sensazione
brevissima nel tempo
che un brivido gli dà.

Sara Ferraglia