Salvaschermo
Cambiar
se stessi come un maglione
ad
ogni cambio di stagione.
Mettere
in naftalina il malumore,
il
grigio della rabbia, la fredda nebbia,
nasconderli
sul fondo coi piumini
fino
alla prossima occasione,
alla
nuova stagione dei vini.
Sostituire
il microchip al cuore,
modello
resistente all’onda d’urto
del
pianto dei bambini – straziante-,
di
missili e di navi in medio oriente.
Gustare
un gianduiotto e non pensare
che
è un privilegio questo mio piacere
e
divenire esperti fruitori
del
comodo pensiero indifferente.
Godersi
poi lo sciabordìo dell’onda
diffuso
dall’antenna del wi-fi,
tuffandosi
beoti dalla sponda
nel
mare di notizie ridondanti.
Naufragare
nei vortici dell’odio
respingendo
gli aiuti più opprimenti,
i
salvagenti delle religioni.
Cercare
un punto senza andare a capo
premendo
il power off sul mio pc
o
riavviare, ricominciar daccapo,
credere
alla sirena della vita?
Colpo
di reni, veloce risalita…
Raggiungere
un approdo all’improvviso
guardando
sullo schermo il suo sorriso.
( Sara Ferraglia )
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