sabato 13 dicembre 2014

Santa Lucia


Santa Lucia
Trilla un campanellino 
fra le stelle lassù. 
In fretta nel lettino
per sognare di più. 
Nel silenzio profondo 
della fredda nottata
da un paese nel mondo 
Santa Lucia è arrivata. 
Viaggia con l'asinello 
e con sacchi di doni.
Da sempre, e questo è il bello, 
li porta ai bimbi buoni. 
Però so che a un Re Magio
un segreto ha svelato... 
che un bambino cattivo 
non l'ha mai incontrato!

( Sara Ferraglia )

lunedì 1 dicembre 2014

La prossima poesia


La prossima poesia

La prossima poesia che scriverò
sarà sulle tue mani
su come strette a pugno tu le tieni
Sarà su quei tuoi occhi ancora chiusi
come temessi di guardare il mondo
La prossima poesia che scriverò
sarà sui tuoi piedini
che nessun suolo ancora han calpestato
né mai lasciato traccia di un passaggio
La prossima poesia che scriverò
sembrerà una preghiera
che generoso sia con te il futuro
che dolce sia il ricordo del passato
che poco faticoso sia il tuo viaggio
che t’accarezzi un angelo ogni sera

 ( Sara Ferraglia )


Alle mie nipotine Claudia e Diana

domenica 2 novembre 2014

Diana è nata alle 23,12


Diana

Ora s'è fatta notte 
e Diana sta scendendo
da foreste del tempo. 
Acque che si son rotte,
vita che sta irrompendo
con la spinta del vento.
Diana, che le selve protegge
e le madri nel parto,
Diana, forte e piccina,
che la vita ora regge
perché nata, soltanto.

sabato 1 novembre 2014

Fiore autunnale




Sì posa una farfalla 
con un volo in ritardo 
sopra i fiori autunnali. 
Scende una foglia gialla
abbassando lo sguardo 
fra sorelle sui viali. 
Stinge il cielo al torpore
di un novembre che nasce. 
Madre terra l'accoglie
col più tenue colore, 
con un canto di pace, 
sopra un letto di foglie.

( Sara Ferraglia )

lunedì 27 ottobre 2014



Ti aspetto

Dal primo giorno ti sarò accanto
Imparerò a conoscere il tuo pianto
Anche se  qualche piccola paura
Nella notte mi turba, son sicura
Avremo tanti baci e coccoline
Claudia e Diana, stupende sorelline!
E spero tu mi possa perdonare
Se qualche volta ti farò arrabbiare
Certi giocattoli non ti presterò
O forse sì…ancora non lo so
Ne sono certa, sorellina mia
ci faremo tanta compagnia.

( Claudia )

mercoledì 15 ottobre 2014

La piena, come non si vedeva da anni


Stamattina il torrente era in piena
Stamattina il torrente era in piena.
Tumultuosa e melmosa scendeva,
ed ai monti mostrava la schiena,
questa forza che ieri non c’era.

Sotto un cielo di nubi pesanti
nella nebbia che tutto avvolgeva,
sotto gli archi dei ponti tremanti
l’onda scura il suo corpo stendeva.

La guardava un vecchio passante.
Tutt’intorno cadevan le foglie,
lui chiudeva il cappotto pesante
e prendeva a braccetto sua moglie.

Lei diceva, parlando un po’ forte,
“E’ più grossa che nel trentadue.”
“Sai qual è la più grossa? La morte.
L’acqua và. Resteremo noi due?”

Lei si strinse al suo braccio e sorrise.
Calpestando il tappeto di foglie
lentamente in cammino si mise
quel vecchietto insieme a sua moglie.

martedì 7 ottobre 2014

EromA - Por una cabeza

Una mia poesia di qualche tempo fa, "Por una cabeza", che riporto qui sotto, è stata inserita nello spettacolo teatrale "EromA" con la regia di Silva Cristofari.






Note di regia per "eromA"
di Silva Cristofari
Da molto tempo ciò che oggi definiamo "femminicidio" mi sollecita riflessioni.
Sono nata in una famiglia che per generazioni ha vissuto di teatro; nel repertorio della nostra Compagnia c'erano una trentina di spettacoli di generi diversi e molti parlavano del dramma di chi uccide la propria donna. Proprio così: il protagonista assoluto era l'assassino e si parlava delle sue vicissitudini, della sua personalità, delle sue "ragioni" e lo si faceva con tanta comprensione, che l'immagine della vittima  scompariva o diventava quella dell'essere crudele e subdolo che incita l'uomo a commettere il male. La solita "mela" che torna. Solamente nel caso di Maria Goretti si parlava molto della persona uccisa, ma lei è una Santa e quindi lo spostamento della visione d'insieme era d'obbligo.
L'incontro con Jennifer Veronesi, del progetto "Giù le mani" della Cooperativa Bitta,  ha fatto muovere tutte le dinamiche che erano già pronte e ho pensato ad "eromA", cioè Amore riflesso in uno specchio deformante.
In  "eromA" c'è l'oggi, rappresentato dalle dichiarazioni delle vittime di violenza che fanno riferimento ai progetti di cui si occupa Jennifer, c'è un "ieri lontano" che ci appartiene, rappresentato da due scene tratte dall'Otello di Shakespeare e dalla Salomè di Wilde e c'è un "sempre" che rimane quando la soppressione di una vita avviene vicino a noi e sia la vittima sia il carnefice sono persone conosciute.
Quindi "eromA" è realtà vivente e teatro: il tutto accompagnato da una situazione che vede i "miei" attori alle prese con prove in un luogo  ricco di potenzialità e povero di mezzi, stimolati da una bufera improvvisa, da una giovanissima aspirante attrice innamorata di un riflesso d'amore, dall'esperienza di donne che hanno conosciuto la prepotenza di chi le ha amate male. Ho inserito poesie d'amore di Rilke e poesie di non amore, che mi hanno regalato  amichevolmente per questo progetto i poeti Maria Gisella Catuogno, Sara Ferraglia ed Elio Del Monaco.
I "miei" attori sono meravigliosi complici-amici: hanno accolto il progetto dando ognuno il proprio contributo di attenzione umana, di creatività  ed abilità artistica. Sono molto grata a loro soprattutto per avere accolto anche le parti meno "facili" del lavoro, come l'inserimento della parte conclusiva della Salomè di Oscar Wilde: in quel caso è sempre il potere frustrato a scagliarsi contro chi  ha osato rifiutarsi, ma quel potere ha il volto e il corpo di una giovanissima donna.
In questo spettacolo, come in altri dei quali ho curato la regia, si uniscono forze di più compagnie: Vento di Teatro (Raffaella, Olivia, Claudia, Monica, io), E...dizione straordinaria (Annalisa, Maurizio, Cesare, Gianluca, Daniele) e Patrizia, che ha già collaborato con Vento di Teatro ed è storicamente legata alla Filodrammatica Galdino Guerrini.
Noi facciamo teatro "un po' per celia e un po' per non morir". Funziona. Avere una passione è una straordinaria marcia in più, qualunque cosa accada nella quotidianità. 
Dedico questo lavoro a Viviana ed Anna, due ragazze di 21 anni uccise a Verbania il 10 marzo 1982, nello stesso pomeriggio,  da due uomini che pensavano di amarle.
Lo dedico anche al silenzio nel quale quell'evento è piombato subito dopo il frastuono dell'avvenimento.
Lo dedico alla mia città, meravigliosa e contraddittoria, che sembra faticare a valorizzare le cose belle e tende a nascondere il ricordo di quelle che, pur nel loro orrore, potrebbero costituire occasione di crescita umana e morale.



VENTO DI TEATRO
E...DIZIONE STRAORDINARIA
eromA
PROGETTO TEATRALE E REGIA DI
SILVA CRISTOFARI
CON
GIANLUCA BINAZZI 
ANNALISA CERUTTI
OLIVIA CURTI
MAURIZIO CRISTINA
RAFFAELLA GAMBUZZI
CLAUDIA ISOLI
MONICA ROSIELLO
DANIELE SANTAROSA
CESARE TACCONI
PATRIZIA VISCARDI
scenografia: BINAZZI - CRISTOFARI

costumi. MAURIZIO CRISTINA


Por una cabeza"

Mi troveranno l’8 marzo, all’alba
La pioggia generosa della notte
avrà lavato via le foglie e il fango
Così almeno diranno : è una ragazza
Suonavano del jazz a pochi passi
- Kind of blue - ( forse ) e lui mi offrì da bere
S’inebriò della mia voglia scialba,
s’innamorò delle mie calze rotte
La musica cambiò, l'aria di un tango
Sangue e calore - Por una cabeza -
L'ultima nota, l’ultimo bicchiere.

( Sara Ferraglia )



domenica 5 ottobre 2014

Claudia, 4 anni



Piccola e grande

“Nonna – ti arrabbi – mi dai troppi baci,
son diventata grande, non lo vedi?”
Un po’ imbronciata tu mi guardi e taci…
Poi giochi con le dita dei tuoi piedi!

“Senti come son brava a dire vasssca”,
perché non si fa il bagno in una mucca!
Aggiungi tesssta, passsta, basssta e tasssca
E con la zeta poi scandisci :”zucca”.

Leggi il tuo nome, firmi i tuoi disegni
e conti  fino a venti senza errori.
Col ditino a mezz’aria poi m’insegni
che non si toccan le api sui fiori.

Misuri la tua altezza nello specchio,
che con il fiato tutto quanto appanni
ma se ti dico “lascia star l’orecchio"
“Non posso – spieghi – ho solo quattro anni!”

( Sara Ferraglia )



lunedì 15 settembre 2014

Una telefonata

Con questa poesia dedicata a mia madre sono stata premiata al Premio nazionale di poesia "Un sorriso per gli anziani" - 13 settembre 2014

Una telefonata
Mamma, non dirlo mai che mi disturbi
Credimi, il tempo mio non è prezioso
Semmai il tempo perso è il non sentirci
E non c’è nulla al mondo che mi turbi
più del nostro discorrer frettoloso,
al posto di un sereno raccontarci.
Mamma, sapessi quante volte penso
ai giorni andati e al tempo che ci resta
a ciò che ho taciuto o rimandato
alle parole dette senza senso
ai vuoti che mi riempiono la testa,
a qualcosa che ho perso o trascurato.
Cercami sempre e fallo quando vuoi
nel buio della notte se ti opprime,
nel silenzio di un’alba addormentata,
perché i giorni miei sono un po’ tuoi,
perché l’amore anche così si esprime.
E grazie per la tua telefonata.
Sara Ferraglia

Motivazione : in queste tre strofe, impregnate di affetto filiale per la madre anziana, si rincorrono turbamenti, rimpianti e buoni propositi. La poesia-confessione permette alla poetessa di dichiarare alla madre tutto il suo affetto e di chiedere scusa per le tante occasioni perdute.Ora la sua diponibilità all'ascolto è totale. I versi, rigorosamente endecasillabi,nella scorrevolezza e proprietà delle scelte lessicali, rivelano un sicuro possesso del ritmo e presentano efficaci accostamenti.

lunedì 1 settembre 2014

Per vivere il mio tempo



Per vivere il mio tempo

Per vivere il mio tempo pienamente
ho bisogno di te,
per superare il muro del banale,
afferrando le gioie del presente
senza rincorrer mode e falsi miti,
godendo del normale eccezionale.
Per vivere il mio tempo pienamente
ho bisogno di te,
perché rallenti il ritmo del respiro,
perché non  mi travolga la corrente
nel fango scivoloso della fretta,
per essere l’un l’altro il buon ritiro.
La tua parola, liscia come seta,
ricompone la trama sull’ordito.
Ripara il taglio e l’anima s’acquieta.

( Sara Ferraglia )


venerdì 29 agosto 2014

Non è cosa da poco


Non è cosa da poco

Non è cosa da poco
questa bottiglia d’acqua,
ogni mattina sulla scrivania.
La guardo e non ho sete.
La trovo lì… senza scavare,
senza mettermi in fila,
senza deserti e suoli da affrontare.
Non  è cosa da poco…
Due mani nere giunte
da chissà quale luogo,
che l’acqua han traversato,
con la gola riarsa,
ogni mattina all’alba
posano la bottiglia
sulla mia scrivania.

( Sara Ferraglia )

lunedì 30 giugno 2014


Albero 

Se penso a te penso ad un albero.
Non uno qualsiasi, di un viale o di un giardino
ma un albero robusto  cresciuto a me vicino.
Mio albero dalle fronde ombrose,
olmo gigante, platano silente
le nostre mani, ora più nodose,
si stringeranno sempre
forse più debolmente.
Mia quercia che dal colle osservi
la vita scivolare lentamente
fammi essere muschio sulla tua corteccia
e lì restare eternamente
finché l’ultima luce farà breccia.

( Sara Ferraglia )

venerdì 20 giugno 2014


Campane 

Suonano il rintocco delle otto 
le campane del centro.
Oggi festeggiano te, lo sento.
Suonano allegramente,
frizzanti come il vento
che ha spalancato le imposte
con un colpo secco.
Così m’è apparso il cielo
d’un colpo, nella sua grandezza
Per superare muri e barriere
e percorrere strade
aspri sentieri e frontiere
a volte basta un soffio di bellezza.

( Sara Ferraglia )

mercoledì 28 maggio 2014



Il dubbio

Lo so che un merlo confessò a Trilussa
d’essere stanco di poeti e affini,
traduttori arbitrari del suo canto
ma, mentre in braccio a me la gatta russa
e forse sogna grilli e canarini,
mi lascio sopraffare dall’incanto
del costante zirlare di quel merlo
che ripete sei note, sempre quelle:
“Una belle histoire” di Michel Fugain
E più l’ascolto più vorrei saperlo
se al tremolìo delle prime stelle
o ispirato da un quadro di Gaugain,
il cantante francese copiò il merlo
o il merlo la canzone s’imparò.

( Sara Ferraglia )


martedì 27 maggio 2014


Un anziano

Ascolto i novant’anni traboccare
dal cuore e dalle labbra di un anziano.
Appunti di una vita in un taccuino
per la paura di dimenticare
ora che notte e giorno va per mano
con Lei, che gli era dentro da bambino.
“Di Attilio Bertolucci fui l’allievo,
fraterno amico fui di quell’Ulivi,
che morì, poverino… fucilato.
Ai miei ricordi tutto quanto devo
Prego che la memoria non mi privi
dell’esser vecchio insieme al mio passato”.
Ricorda e parla come un fiume in piena,
si scusa per il suo egocentrismo
Poi, con affanno, legge pochi versi
“del maggio caldo”, con la curva schiena
piegata dagli orrori del fascismo.
Riaffiorano dolori mai dispersi.
Dice di non temere più il Passaggio,
però quel nome mai ha pronunciato.
Questione di paura o di rispetto,
quasi venisse meno il suo coraggio,
come se ne sentisse addosso il fiato
e la sua fredda mano dentro il petto.


( Sara Ferraglia ) 

giovedì 6 marzo 2014

Per una torta al cioccolato



Per una torta al cioccolato

I nostri passi in fila lenta
ti seguiranno, amico mio
dove nessuna luce è spenta
dove ti accoglierà il tuo Dio.

Porta con te le nostre sere,
le cene e le partite a carte,
gli affetti e le parole vere,
insieme a noi, da qualche parte.

E lascia in noi il tuo sorriso
per  tutto ciò che hai amato,
per quando ti  splendeva il viso,
per una torta al cioccolato.

( a Brenno )

Sara Ferraglia

sabato 11 gennaio 2014

L'Amore ridondante


L’Amore ridondante

Gli dissi un giorno ‘Voglio amar di più,
insegnami il segreto...lo sai tu.’
Già conoscevo la risposta amara
che l’amore è l’amore e non s’impara
che la rosa fiorisce...è sua natura
che l’amor non ha peso né misura.
Per molto tempo glielo chiesi ancora,
perché a volte l’amore si assapora
ripetendo ogni giorno frasi e gesti
come antico amanuense coi suoi testi.
Stanotte, mentre scrivo questi versi,
penso che in fondo noi non siam diversi
e che la ridondante mia domanda
a un sol tipo d’amore ci rimanda.

( Sara Ferraglia )


sabato 4 gennaio 2014

Ninna nanna per un bambino africano


Ninna nanna per un bambino africano   

Godano nudi i tuoi piedi
morbidezza di dune
Possano i sogni in cui credi
attraversar notti e lune.

Possa la terra odorare
d’uva matura e grano
e possa tu calpestare
l’erba sull’altopiano.

Calore e sete placati
dall’acqua del torrente
e d’amore saziati
anima cuore e mente.

E possa il vento portare
libero il tuo pensiero
fino a raggiungere il mare
di pace messaggero.

Possa tu riposare
Sotto un cielo stellato
E ringraziare il cielo
Solo per esser nato. 

( a tutti i bambini che soffrono in qualche parte del mondo )

 Sara Ferraglia

Poesia II^ Classificata alla 36^ edzione del Premio S. Bernardo ( Parma - dicembre 2013 )