mercoledì 28 maggio 2014



Il dubbio

Lo so che un merlo confessò a Trilussa
d’essere stanco di poeti e affini,
traduttori arbitrari del suo canto
ma, mentre in braccio a me la gatta russa
e forse sogna grilli e canarini,
mi lascio sopraffare dall’incanto
del costante zirlare di quel merlo
che ripete sei note, sempre quelle:
“Una belle histoire” di Michel Fugain
E più l’ascolto più vorrei saperlo
se al tremolìo delle prime stelle
o ispirato da un quadro di Gaugain,
il cantante francese copiò il merlo
o il merlo la canzone s’imparò.

( Sara Ferraglia )


martedì 27 maggio 2014


Un anziano

Ascolto i novant’anni traboccare
dal cuore e dalle labbra di un anziano.
Appunti di una vita in un taccuino
per la paura di dimenticare
ora che notte e giorno va per mano
con Lei, che gli era dentro da bambino.
“Di Attilio Bertolucci fui l’allievo,
fraterno amico fui di quell’Ulivi,
che morì, poverino… fucilato.
Ai miei ricordi tutto quanto devo
Prego che la memoria non mi privi
dell’esser vecchio insieme al mio passato”.
Ricorda e parla come un fiume in piena,
si scusa per il suo egocentrismo
Poi, con affanno, legge pochi versi
“del maggio caldo”, con la curva schiena
piegata dagli orrori del fascismo.
Riaffiorano dolori mai dispersi.
Dice di non temere più il Passaggio,
però quel nome mai ha pronunciato.
Questione di paura o di rispetto,
quasi venisse meno il suo coraggio,
come se ne sentisse addosso il fiato
e la sua fredda mano dentro il petto.


( Sara Ferraglia )