sabato 31 dicembre 2011

Risalirò la corrente dei sogni


Risalirò la corrente dei sogni

Risalirò la corrente dei sogni
per potervi abbracciare
Lo farò questa notte, a Capodanno
dal mondo che esplode di botti e bisogni
vi verrò a cercare,
un viaggio siderale senza affanno,
anzi leggero
Con i  balzi eleganti del salmone,
lame di luna su squame argentate,
vi troverò alla sorgente di tutto
Sfere di luce nel ventre di Orione
voi, anime sorelle illuminate
nel passaggio dal buio del lutto
mi mostrerete il vero
e l’anno nuovo.

Sara Ferraglia

sabato 24 dicembre 2011

Quando mi chiederai se è vero


Quando mi chiederai se è vero

Quando mi chiederai
dove si son nascoste le farfalle
che nei prati non vedi
ma volano nei libri che tu sfogli,
che cosa ti racconterò?
.
Come potrò spiegarti il nero
del petrolio sulla sabbia
e fra le dita dei tuoi piedini?
.
Come potrò spiegarti la fame,
l’arroganza e le guerre
che vedrai sullo schermo
fra le pubblicità di un latte
e di nuovi cioccolatini
e chiederai se è vero?
.
Quando mi chiederai se è vero
che uomini e bambini
e donne in fila indiana
diventarono fumo
e vorrai un perché, cosa dirò?
.
Riuscirò a raccontarti
che esiste un Padreterno
che ha programmato tutto
creando il Paradiso in alto
e giù l’Inferno?
..
(Sara Ferraglia)

Il disegno è la Natività di Emanuele Luzzati.
Da "L'Albero del Futuro " - n° 30

giovedì 22 dicembre 2011

Sfavilla fuori il Natale


Sfavilla fuori il Natale

Sfavilla sempre fuori  il Natale
Fuori dalla periferia consacrata
all’abbandono e alla malinconia
Fuori dalla mano nera che ha fame
Che chiede col sorriso in dono
Un  euro per il pane
Fuori dal corpo consumato
Dalla miseria o dalla malattìa
Dai chi non ha più soldi per l’affitto
E ruba una mela al supermercato
Dalla televisione urlata e dal profitto
Sfavilla sempre fuori il Natale
Fuori dall’eleganza e dal profumo
Dalla durezza dei cuori
Dall’anima ridotta solo a un grumo
Di sangue rosso intriso di pailettes

( Sara Ferraglia )

venerdì 11 novembre 2011

Figlia di mia figlia


( Le tre età della donna - Klimt )

Figlia di mia figlia

Ho una figlia
Una figlia che  sorride
Sorride come se in bocca
In bocca non avesse denti
Denti normali ma diamanti
Diamanti  di miniera puri
Puri come i suoi occhi
Occhi trasparenti e scuri
Scuri serrati la notte
Notte che rimane fuori
Fuori dal tempo suo e di sua figlia
Figlia di mia figlia
Figlia che cresce
Cresce col cuore e con le mani
Mani aggrappate al mondo
Mondo che inizia dalle braccia
Braccia di sua madre che sorride

mercoledì 12 ottobre 2011

Maternità possibili



Stampata la versione italiana .
Il libro sarà presentato  a Milano alla libreria Trovalibri, viale Monte Nero 73, mercoledì 26 ottobre ore 18.30, saranno presenti alcune Autrici e una delle curatrici dell’opera Rayna Castoldi.
Il 12 novembre sarà presentato anche a Chiari (Brescia) a villa Mazzotti Biancinelli nell’ambito della Rassegna della MicroEditoria.
Per leggere commenti e recensioni di alcuni dei racconti della raccolta: http://blog.scalino.eu/

Partecipo con il racconto : "Olivia e il draghetto" e con la breve riflessione "Il nostro codice segreto".

mercoledì 5 ottobre 2011

1 anno





Sotto quale cielo sei nata?

Sotto quale cielo sei nata?
Quali astri schierati
armoniosamente allineati
ti han baciata?
Quella notte d’ottobre
calò a terra la luna
che immensa illuminò il tuo viso
Venere, la tua stella
ti donò la bellezza
e la dolcezza del sorriso
Sotto quale cielo sei nata?
Giove, il dio della fortuna,
e Cupido dell’amore
al tuo fianco silenti
col fiato ti han sfiorata
soffiando dolcemente
Presenze importanti, amore mio
ti erano accanto, angeli
stelle e remoti firmamenti
e ad aspettarti c’ero anch’io.

( Sara Ferraglia )

giovedì 18 agosto 2011

Poggio etrusco




Poggio etrusco

Porta pazienza o leccio
dall’antico respiro
quando giunge da valle
fino quassù sul colle
l’arroganza volgare.
Leccio dell’accoglienza.
Fuoristrada aggressivi

e cilindrate folli

rampano fra gli ulivi

testimoni passivi

di vuota ostentazione.

Presso la tua radice,

nell’avvolgente abbraccio,
da un foro nel terreno

un rospo smeraldino

ricorda ancora il tempo

di principe infelice.

( Sara Ferraglia )


domenica 19 giugno 2011

Battesimo




La mia CocciBella 

Una tonda coccinella
che viveva su una stella
volò giù dal ciel turchino
per vederti da vicino

Una lenta lumachina
con la faccia birichina
buttò via la sua casetta
per raggiungerti più in fretta

E la bella tartaruga
con un chilo di lattuga
il tuo arrivo festeggiò
e poi, stanca, riposò.

La farfalla rossa e gialla
si posò sulla tua spalla
poi con grazia ed eleganza
iniziò per te una danza.

Firmamento, sole e luna
ti han donato la fortuna
mentre il mare e la sua brezza
ti regalan la dolcezza.

Con amore e devozione
ti regalo un soprannome:
alla mia piccola stella…
io ti chiamo CocciBella.

sabato 11 giugno 2011

Morte di un patriarca


( Foto di Alessandro Scarcella da Flickr.com )

Il 1° novembre è crollato, sotto un forte temporale, un cedro del Libano che si trovava da oltre un secolo davanti allo stadio Tardini.


Cedro del Libano

Che ne sarà di te
antico Cedro Libanese?
Giaci da giorni spezzato,
l’immenso tronco sul piazzale
e le fronde, che ancora san di vento,
sui cancelli dello stadio
Danno la colpa al temporale
ma più di tutto il danno
è dell’incuria e dell’indifferenza.
Qui non è la Riserva
dei cedri dello Shuf
Qui, patriarca gigante
diverso è il tuo destino
Ti smembreranno il tronco,
estirperanno a fondo la radice
Sanguinerai di profumata segatura
sotto la calca della folla urlante
che il fine settimana andrà allo stadio
Non vivrai nell’eterno fulgore
del Tempio di Salomone
o dei palazzi di Babilonia
ma voglio immaginare che sarai felice
se mai dovessi diventare armadio
nella camera di un bambino,
unico dolce antidoto al tuo dolore
( Sara Ferrraglia )

Poesia II^ Classificata alla terza edizione del Premio "Cittadellapoesia" - Parma , giugno 2011 nella sezione "Parma e le sue bellezze".

sabato 28 maggio 2011

Madre che stai



( Frida Kahlo - Abrazo amoroso )


Madre che stai

Madre che stai immensamente immobile
avresti mai immaginato
di divenir statua di carne
quando mi rincorrevi nel cortile
ed io mi nascondevo dietro il mobile
di formica rossa e compensato
e mi gridavi “di te non so che farne”?
Ecco che cosa fai di me in questo aprile.

In questa primavera che fiorisce ovunque
tranne che nella mente tua
tu, bocciòlo all’incontrario,
stai rinnegando la linfa che mi hai dato
Gemma che si rinchiude dunque
e lascia fuori dalla vita sua
ciò che non è più necessario.
Dimmelo madre, l’avresti immaginato?

( Sara Ferraglia )

giovedì 19 maggio 2011

Avete messo fine alla mia vita






Avete messo fine alla mia vita
.
Libero veramente non fui mai
Primordiale esistenza
Cellula trasparente
Che diventò bambino mai voluto
E poco amato, poi ragazzino
Magro, infelice e smunto
A cercare consensi e approvazione
Negli occhi e nelle vite altrui
Libero veramente mai non fui
Nemmeno nel torpore mortale
Nell’incoscienza di quel punto
Che sta tra morte e vita
Libero da me stesso, il mio peggior nemico
oh, quanto lo desiderai!
Eppure mai lo chiesi al prete
Al dottore o al carceriere
Non ho mai detto – Fatemi un piacere-
Non ho mai chiesto – Fatela finita-
Voi, ar-bi-tra-ria-men-te
Avete messo fine alla mia vita.

( Sara Ferraglia)

lunedì 16 maggio 2011

Il nostro codice segreto



"Il nostro codice segreto", breve dialogo fra madre e figlio appena nato, è stato tradotto in bulgaro e inserito nella raccolta "Le mamme possibili" edito dalle Edizioni Scalino, che, a breve darà alle stampe anche una versione italiana.
Leggi il dialogo qui
Se vuoi conoscere in modo più approfondito il progetto leggi qui.

venerdì 29 aprile 2011

1° maggio : Non c'erano concerti





Portella della Ginestra - Renato Guttuso


Non c’erano concerti

Tornavano la sera all’imbrunire
dalla festa di piazza del paese
Bambini con labbra appiccicose
di zucchero filante e di risate
grasse e contagiose
La  madre, un po’ più seria,
pensando già al domani
al  bucato da fare e conti a fine mese
e mani e corpicini da lavare
Il padre col vestito della festa,
forse quello da sposo,
la giacca abbottonata a doppiopetto
e la camicia bianca orlata
al collo e ai polsi di sudore,
portava sulla spalla la bandiera
rossa, con cura arrotolata
e appoggiata sul cuore.

( Sara Ferraglia)

venerdì 8 aprile 2011

Il calzolaio


 Il calzolaio

Era un semplice calzolaio di paese
ma riparava scarpe col tocco dell'artista.
Narrava storie al cliente in attesa
sulla soglia della vecchia bottega.
A seconda della stagione e del mese
saliva alle narici l’odor del cuoio,
di resina d’abete e cera d’api
che si mischiavano al profumo dei lillà
dall’orto accanto o delle rose.
Lui, la schiena curva sulla sedia di paglia,
diafano e sottile come la sua storia :
“… di prigionia per poco non ci muoio...”
Poi prese a lavorar solo d’estate
quasi per passatempo e per vedere gente
ma intanto lentamente
 gli si annebbiò la vista.
Immergendo la mano nella secchia,
fresca dell’acqua di sorgente
rinverdiva la fronte e la memoria.
L’ultimo autunno chiuse la bottega,
poche cose in valigia e se ne andò a Milano
per invecchiare almeno in compagnia
dei canti dei bambini e i trallallà
dei nonni ai giardinetti e passeggiate
con in mano un gelato che si squaglia.
A primavera lo trovò la strega,
colei che prima o poi si porta tutti via,
affacciato a odorare l’orizzonte
dalla finestra a sud, al nono piano
cercando nello smog l'odor di cuoio.
"...di nostalgia per poco non ci muoio..." 

( in ricordo di Enzo, maestro calzolaio )

( Sara Ferraglia )

Premio "Cittadellapoesia" - Edizione 2011
Segnalazione speciale nella Sezione Tema libero con la seguente motivazione :

"Un tocco di romantica
semplicità che stride e cerca di insinuarsi in un mondo cinico e tecnocratico.
Una figura lieve e antica come la poesia stessa"

venerdì 25 marzo 2011

Viaggiatore nel sogno




( Uccelli all'alba - Alberto Zamboni )

Viaggiatore nel sogno 

Quando il sogno della notte si spezzò
lui viaggiò in quello del giorno
Infinite rotte guidano i viandanti nel sogno
Mai e poi mai raggiungono la meta,
nel cuore hanno un sestante
nella valigia niente
Lungo la strada abbandonò il bisogno
già zavorra pesante ed obsoleta
Lungo la strada incontrò persone
coi piedi deformati dalle scarpe,
e mani rattrappite nei gesti quotidiani,
con gli occhi prigionieri degli sguardi,
le voci assuefatte alle parole.
Anime ossessionate da un ritorno
Viaggiò senza partenze né ritardi
Lui, unico viaggiatore trasparente
Gli altri, tutti fermi anche se  in movimento

( Sara Ferraglia )


 Pubblicato su Viadellebelledonne 

venerdì 18 marzo 2011

Padre



( Viaggio di notte  - 1955   di  Alberto Sughi  - http://www.albertosughi.com/ )

Mio padre

Padre che ora hai il cuore trasparente
di cristallo di rocca
che se lo abbracci forte
lo senti tintinnare
Padre che ti commuovi facilmente,
l’emozione trabocca
ma un tempo la serravi in cassaforte
per non farla volare
Padre che assaggi il gusto del rimpianto
e di qualche rimorso
che ti graffia la notte
(prima o poi tocca a tutti)
Padre, mi basta averti ancora accanto
col tuo tempo trascorso
le tue frasi interrotte
e i pensieri tuoi, tutti.

 ( Sara Ferraglia )

martedì 8 marzo 2011

8 marzo: da donne a donne



Un'iniziativa di Viadellebelledonne

http://viadellebelledonne.files.wordpress.com/2011/03/marzo8.pdf



Una telefonata

Mamma, non dirlo mai che mi disturbi
Credimi, il tempo mio non è prezioso
Semmai il tempo perso è il non sentirci
E non c’è nulla al mondo che mi turbi
più del nostro discorrer frettoloso,
al posto di un sereno raccontarci.

Mamma, sapessi quante volte penso
ai giorni andati e al tempo che ci resta
a ciò che ho taciuto o rimandato
alle parole dette senza senso
ai vuoti che mi riempiono la testa,
a qualcosa che ho perso o trascurato.

Cercami sempre e fallo quando vuoi
nel buio della notte se ti opprime,
nel silenzio di un’alba addormentata,
perché i giorni miei sono un po’ tuoi,
perché l’amore anche così si esprime.
E grazie per la tua telefonata.

mercoledì 23 febbraio 2011

Il giunco



 (Fotografia di Francesco Torrisi )


Il giunco

Calati juncu ca passa la china )

Il giunco
tenero e ondeggiante
s’inchina alla piena
devastante del torrente.
E tutto passa sopra
tutto scorre in fretta,
il tempo, l’acqua, il vento
l’ultima goccia
di pioggia dal cielo.
E quando torna il sole
il giunco
bagnato e dolorante
dondola fiero
sopra la corrente.

( Sara Ferraglia )

martedì 15 febbraio 2011

Ospedale



( Platano - Fulvio Roiter )
Ospedale

Spuntano trasparenti cannule
da fori sulla pelle.
Varchi di me stessa all’infinito
"a riveder le stelle".
Liquidamente ricordo poesia.
Appese a grucce come frutti marci
sacche d’illusione.
Ciò che iniettate ora, se ne andrà
dalla mia carne tremula
da questa vita che non è più mia.
Già sprofondano gli occhi, all’infinito.
Ed io metto radici

( Alle mie zie )




( Sara Ferraglia)

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora quando


L'appello è partito da  qui :  http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/


La forza delle donne

Ardevano le messi sotto il sole
Mentre la falce amica le avvolgeva
Sciamavano lontano le parole
Di chi giustizia seminar voleva.

La contadina dalla pelle scura
Segnata dagli schiaffi della vita
Sfidava il cielo il vento e la paura
Chiudendo in pugno forte le sue dita.

Tornò l’autunno con la nebbia densa
Ad offuscare l’anima e la mente
Tornò la falsa gloria di chi pensa
Che il tutto sia di pochi solamente.

Mai stanca l’operaia in bicicletta
Sull’argine del fiume travolgente
Di vita e di speranza era staffetta
Fra i volti intimoriti della gente.

Si ruppe il ghiaccio e venne primavera
Di fiori nei capelli e di canzoni
E si cantò di pace quella sera
D’aria pulita e libere emozioni.

Sentiva la ragazza giunta l’ora
D’esser padrona della propria vita
Temeva di dover soffrire ancora
Ma dentro la sua forza era infinita.

Ancora nubi scure all’orizzonte
E brividi di freddo nella schiena
Ma limpida e distesa è la sua fronte
Lei, giunco che resiste nella piena.


(A mia nonna, a mia madre, a me stessa, a mia figlia e a tutte le donne che verranno)



(Sara Ferraglia )

Alcune belle partecipazioni:

http://viadellebelledonne.wordpress.com/2011/02/13/se-non-ora-quando/

http://www.marta-ajo.it/vis_dettaglio.php?primo_livello=menu&id_livello=3173

martedì 25 gennaio 2011

Quando mi chiederai se è vero


( Fulvio Roiter , Pellestrina - 1952 )

Quando mi chiederai se è vero

Quando mi chiederai
dove si son nascoste le farfalle
che nei prati non vedi
ma volano nei libri che tu sfogli,
che cosa ti racconterò?

Come potrò spiegarti il nero
del petrolio sulla sabbia
e fra le dita dei tuoi piedini?

Come potrò spiegarti la fame,
l’arroganza e le guerre
che vedrai sullo schermo
fra le pubblicità di un latte
e di nuovi cioccolatini
e chiederai se è vero?

Quando mi chiederai se è vero
che uomini e bambini
e donne in fila indiana
diventarono fumo
e vorrai un perché, cosa dirò?

Riuscirò a raccontarti
che esiste un Padreterno
che ha programmato tutto
creando il Paradiso in alto
e giù l’Inferno?

( Sara Ferraglia )










venerdì 14 gennaio 2011

E poi caddero in volo


( Zamboni Alberto - Uccelli all'alba - Olio su tela  2007 )


E poi caddero in volo


E poi caddero in volo
Non un suono né un grido
come pacchi lanciati
da un aereo cargo,
 desaparecidos
Non un’onda li accolse
né il silenzio abissale
né il blu dell’acqua al largo
Né coralli o meduse
ad aver compassione
Si schiantarono al suolo
sopra un mare d’asfalto
Non un suono né un grido
Oltre la pestilenza
alla fine del tempo,
dopo il torbido soffio
oltre l’orrido salto,
ne rimase uno solo
al museo della scienza

( Sara Ferraglia )

giovedì 6 gennaio 2011

Notte della Befana





Notte della Befana


Ed entrò il gatto,
un persiano elegante
Con lui fiocchi di neve
sciolti sul pavimento
Ed entrò il freddo, un solo istante
e tremolò la fiamma nel camino
un solo istante... e il gatto
si acciambellò sul morbido tappeto
per languida stanchezza
e poi si addormentò
Fu allora che la calza sul camino
si animò dondolando
e si riempì di doni
Carezza d’ invisibili mani
movimento discreto
per le stanze e le scale
sulle guance e i capelli dei bambini
come in sogno passò

(Sara Ferraglia )

mercoledì 5 gennaio 2011

Epifanìa





Epifanìa

Lassù quasi sul tetto,
 - forse fu piccionaia -
sgusciò fra le persiane
capelli grigio spento
che odoravan di letto,
di sdrucida vecchiaia
di  un’ordinaria fame
di tristezza e di stento

Mancava un giorno solo
alla sua Epifanìa
Primi fiocchi di neve
lassù a soffitta il gelo
La vecchia si alzò in volo
su quella stretta via
Divenne il cuore lieve
leggero come un velo

( Sara Ferraglia)