sabato 11 giugno 2011

Morte di un patriarca


( Foto di Alessandro Scarcella da Flickr.com )

Il 1° novembre è crollato, sotto un forte temporale, un cedro del Libano che si trovava da oltre un secolo davanti allo stadio Tardini.


Cedro del Libano

Che ne sarà di te
antico Cedro Libanese?
Giaci da giorni spezzato,
l’immenso tronco sul piazzale
e le fronde, che ancora san di vento,
sui cancelli dello stadio
Danno la colpa al temporale
ma più di tutto il danno
è dell’incuria e dell’indifferenza.
Qui non è la Riserva
dei cedri dello Shuf
Qui, patriarca gigante
diverso è il tuo destino
Ti smembreranno il tronco,
estirperanno a fondo la radice
Sanguinerai di profumata segatura
sotto la calca della folla urlante
che il fine settimana andrà allo stadio
Non vivrai nell’eterno fulgore
del Tempio di Salomone
o dei palazzi di Babilonia
ma voglio immaginare che sarai felice
se mai dovessi diventare armadio
nella camera di un bambino,
unico dolce antidoto al tuo dolore
( Sara Ferrraglia )

Poesia II^ Classificata alla terza edizione del Premio "Cittadellapoesia" - Parma , giugno 2011 nella sezione "Parma e le sue bellezze".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarò io ipersensibile, ma fa piangere persino questa..Che tristezza quando le cose antiche non vengono preservate come tesori!Non pubblicare il mio commento, era solo cosi' per parlare! Ciao MA!

cristina bove ha detto...

Sanguinerai di profumata segatura
sotto la calca della folla urlante
che il fine settimana andrà allo stadio

un filo lega e sostiene i versi nei riscontri delle anime, esi piegano le parole, a significare il battito della vita.

Anonimo ha detto...

..........ma voglio immaginare che sarai felice
se mai dovessi diventare armadio
nella camera di un bambino,
unico dolce antidoto al tuo dolore

E per non star male all'idea che potrebbe essere vanificata la sua esistenza, benefica alla vista, alla salute, alla creatività e ricreatività, desidero, come te, pensarlo arredo di una camera di un bimbo, convintissima che saprà dargli un valore altissimo e un intima appartenenza negli anni e a volte per un intera vita. Grazie infinite per la tua IPERSENSIBILITA' a me tanto cara.
Anna Rita......... a breve nonna.

Anonimo ha detto...

Molto bella questa poesia, mi ricorda la quercia caduta di Giovanni Pascoli.
Giuseppe