lunedì 29 dicembre 2008

Regalo di Natale

Regalo di Natale

"Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi."

Alda Merini (Terra d'Amore 2003)

mercoledì 17 dicembre 2008

Per Francesca che sta aspettando...

Il presepe di una madre. 

Notte per me che sto immaginando 
come saranno gli occhi e le tue mani 
Notte per te che al buio stai sognando 
di sconosciuti viaggi nel domani 
 Tu presto nascerai anima bella
 in un tempo malato di follìa
 dove brilla un pò meno anche la stella 
che guidò molte genti sulla via
 Intorno a te saranno luci ed ombre 
rari silenzi e inutili parole 
grandi deserti e città immense ingombre 
di falsi miti e di persone sole 
 Per te stanotte chiedo a stelle e luna d’essere 
quel che sono eternamente
 luci nel buio se la notte abbruna
 e fari per il cuore e per la mente
 E tu amore mio devi aspettare 
che tutto quanto al mondo prenda forma
 che il cielo cielo sia e il mare mare 
che lasci il piede tuo sul suolo l’orma

( Sara Ferraglia )

venerdì 5 dicembre 2008

Sei dolce quando metti in fila i sogni

Sei dolce quando metti in fila i sogni 

Sei dolce quando metti in fila i sogni
 l’uno all’altro annodati
 oppure sciolti
 o dentro la valigia accatastati
, mescolando maglioni con passioni
 e desideri nella calze avvolti, 
nel doppiofondo quelli accantonati. 
 Sei bella quando sfogli sul divano 
mari e deserti in carta patinata 
e parli dei tuoi viaggi nel futuro 
la tazza di caffè nell’altra mano
 l’acquaio che diventa una cascata 
e un sogno dirompente abbatte il muro.

( Sara Ferraglia )

venerdì 21 novembre 2008

Piccola bimba scura

Piccola bimba scura

Piccola bimba scura

 principessa orientale 

nata tu all’alba ed io al tramonto

 ma di un giorno uguale

 e mentre tu crescevi 

io con te imparavo un amore nuovo

 di madre insieme e di sorella 

Se su sapessi piccolina 

con quel sorriso

 se tu sapessi quanto eri bella. 

Quando lasciai la casa

 incontro alla mia vita

 tu stavi male e sembravi smarrita 

come un cucciolo solo 

che bagnato rincasa sotto un temporale. 

Poi sei cresciuta in fretta 

ma voglio ricordarti, 

piccola bimba scura, 

che ti ho tenuta stretta sul fondo del mio cuore 

come per ripararti da ogni tua paura.

( a mia sorella Francesca )

( Sara Ferraglia )

giovedì 20 novembre 2008

20 - novembre : il ricordo di te

Ricordo d’infanzia 

All’alba,il fruscio di passi felpati;
 scendeva le scale il mio angelo stanco, 
la notte era piena dei tempi passati 
ed io respiravo,bambina,al suo fianco. 
 Il sole nei campi bruciava la pelle 
riempiva di luce dolcissime rughe; 
guardavo i suoi occhi aspettare le stelle 
e sotto il cappello sognare di fughe. 
 Ricordo le sere davanti al camino; 
salivan scintille ed erano draghi. 
Seduta nel grembo di un nonno bambino
 tremavo e ridevo alle storie di maghi.
 Le notti d’inverno forse eran più bianche 
o forse guardavo con occhi diversi. 
Adesso le stelle mi sembran più stanche
 o forse è il ricordo di sogni ormai persi.


  ( Sara Ferraglia ) Prima classificata al concorso “I Racconti del nonno contadino” ( Pernumia – Pd. Ottobre 2003)

martedì 18 novembre 2008

Passeggeri

Passeggero n° 2

Lui non timbra il biglietto 

stringe in tasca le mani 

Uno squillo improvviso 

Forse il solo suo affetto

 o il lavoro domani 

e nemmeno un sorriso 

 Scende all’ultima strada della periferia

 fuori piove a dirotto

 lui al cielo non bada 

e percorre la via

 nel suo vecchio giubbotto

( Sara Ferraglia )

giovedì 13 novembre 2008

Passeggeri


Passeggera n°1 

Ha una sciarpa di lana 
stinta come il suo sguardo
 i capelli sul giallo
 una corta sottana
maculata leopardo
 tacchi a spillo in metallo 
 Alla prossima scende
 Cambia nome al tramonto 
se la luce s’abbassa 
Quando il buio la prende 
un sorriso già pronto
 per il primo che passa

(Sara Ferraglia)

mercoledì 12 novembre 2008

C'era una volta

 C’era una volta

Ti sento ancora al centro della stanza
 Fra caldi fuochi e vesti in lana grezza
 C’era una volta la tua tenerezza 
Mentre ti muovi come in una danza. 
 Freddo l’inverno che ricopre i vetri 
Di te mi porta il bianco della mano 
Rosso il camino e mi parlavi piano
 Di nere notti di folletti e spettri. 
 Ti sento ancora al centro del giardino 
Tappeto di violette a primavera 
Ritorna un dolce canto verso sera 
E mi rivedo insieme a te bambino. 
 A come ali per volar lontano 
B come baci sulle gote belle
 C come il cielo e tutte le sue stelle 
D come dita che accarezzan piano. 
 Eco di rime che per me intonavi 
Tocchi e rintocchi dall’antica torre
 Calda l’estate e la mia vita scorre
 Con i tuoi passi sulle vecchie travi.
 L’autunno invade con colori audaci 
Le valli, i boschi ed apre la cantina
 Odor di mosto ed in quest’aria fina
 Riposa il tuo ricordo nelle braci.

( Sara Ferraglia )

domenica 2 novembre 2008

Del mio paese, giorni e stagioni


Del mio paese, giorni e stagioni. 

Ci son parole che all’improvviso 

aprono squarci nella memoria 

Lampi di luce sfumano intorno 

solcando un cielo di nubi intriso 

mentre riaffiora la mia storia,

 quel che son stata fino a quel giorno.

 Torno al canale dall’acqua chiara 

dove respiro l’odor di menta 

Vedo mia madre lavare china 

e un’ape ardita che sulla giara ronza, 

si posa e riparte lenta 

verso la tenue rosa canina. 

 Torno alla Sagra di San Michele 

a spume d’oro di dolci torte 

nate da braci dei forni a legna

 bagnate appena col dolce miele 

di quel moscato dal timbro forte 

che inebria i sensi e il palato impregna. 

 Se punge l’aria e si fa tormento

 tornano giorni di ghiaccio e neve

 quando il paese si addormentava 

e rimaneva soltanto il vento

 a spinger forte giù dalla Pieve 

fantasmi e grida per chi sognava. 

 Ci son parole che in un istante

 portano al mare dell’esistenza 

S’addensa il delta delle emozioni 

Ogni ricordo si fa vibrante

 nel ricomporre la pura essenza 

del mio paese, giorni e stagioni.

( Sara Ferraglia )

lunedì 20 ottobre 2008

Cibo degli dei

Cibo degli dei

Il corpo mio lo voglio ricoprire 
di cioccolato sciolto
 lucido e profumato
 così che non si possa più capire
 nemmeno dal mio volto
 la razza mia e dove sono nato. 
 Profumerò di zenzero e vaniglia 
avrò zigomi alteri e labbra d’albicocca
 fondente cioccolato sulle ciglia 
caffè negli occhi neri 
rosso peperoncino sulla bocca. 
 Mi sdraierò fra spezie colorate 
su rotte di mercanti in stive di trofei. 
Ritornerò a terre mai lasciate, 
agli alberi giganti
 mi sazierò del cibo degli dei.

( Sara Ferraglia )

Poesia finalista al Concorso "Cioccolato, passione e gioco" - Eurochocolat - Perugia ottobre 2008.
Fra le 30 selezionate per la pubblicazione nell'antologia del premio.

lunedì 13 ottobre 2008

S p a z i o P o e s i a


Una giovane radio on-line, Radio Bla Bla network,
dedica quotidianamente uno spazio alla poesia nella rubrica “Vetrina d’autore”.

La settimana dal 13 al 19 ottobre, alle ore 8,30 e alle ore 17,

Tiziana Curti e Anna Cottini,
hanno letto magistralmente alcune mie poesie :

- A volte la poesia

- Raccolta differenziata
- Stella fra tante
- La parola non detta

venerdì 3 ottobre 2008

Le stagioni di mia madre


Le stagioni di mia madre 

I suoi vestiti odorano di viole 

E di ginestre al sole appisolate

 Affamate di caldo al primo sole 

Le sue mani nei fiori indaffarate.

 Gerani colorati ai davanzali

 E figli già cresciuti in qualche posto 

Sogni assopiti mettono le ali

 In una notte torrida d’agosto. 

 E poi l’autunno coi suoi toni accesi 

La vede pensierosa accanto al fuoco 

Sente passar il tempo,i giorni, i mesi 

Sa di far parte di un immenso gioco. 

 Ora l’inverno freddo e immacolato 

Con il suo filo puro e trasparente 

Un velo di ricordi ha già intrecciato 

Gliene fa dono, inesorabilmente. 

 Le tue stagioni, o madre, come onde 

S’imprimono nel cuore, si fan vita 

S’abbatton dolcemente sulle sponde 

Flusso e riflusso di beltà infinita.

( Sara Ferraglia )

Segnalazione speciale XXI edizione premio Ignazio Silone - Parma 2004
Seconda classificata Premio Maria Rizzo - Roma 2008

venerdì 19 settembre 2008

La musica del vino

La musica del vino 

Agita lievemente il tuo bicchiere 
ascolta ad occhi chiusi la musica del vino 
che densa ha valicato le frontiere 
mescendo giorni e fusi
 e aromi floreali nel cammino. 
 Se l’Africa respira nel tuo vino,
 di spezie e aromi forti
 la tua Meknès profuma, 
nel calice di giallo paglierino 
la mia Cormòns ti porti 
odor di mela e pane quando sfuma. 
 Un brindisi che la distanza annulla 
fondendo nella botte il giorno con la notte 
Cannella e pesca nella stessa culla.

(Sara Ferraglia)

( Poesia pubblicata nell'antologia del premio "Filari in versi" - Cormons-settembre 2008
nell'ambito dell'iniziativa del "Vino della Pace" - www.cormons.com)

Fonti di ispirazione: Vino africano della vallata di Meknes ( rosso ) Le Domaine Riad Jamil se distingue par un nez agrémenté de subtiles notes d’épices et de cannelle précédant une bouche qui se veut ronde et charnue Vino italiano bianco di Cormons ( bianco ) Chardonnay – Doc. Collio : grande vino, piacevolissimo, elegante, di un color giallo carico, tanto ben strutturato da essere utilizzato per fare da base a molti spumanti, anche per la sua acidità fissa superiore alla media. Ha un sapore fruttato; da giovane sprigiona profumi di mela e di pane fresco; di miele e pesca matura quando è invecchiato.

venerdì 5 settembre 2008

L e g g i m i

Leggimi

L e g g i m i 
Entrando nelle “o” con lo stupore
 E nelle “a” aperte e tondeggianti
 Colmandoti di ciò che più t’aggrada 
Ma fallo piano, senza far rumore
 Perdona le emozioni ridondanti
 Libera il tuo sentire ovunque vada 
 L e g g i m i 
E fatti agile e smilzo per passare 
Nell’occhio stretto delle tante “e” 
Fermandoti ogni tanto per capire 
Se qui vale la pena di sostare 
Se andare a capo vuole dir finire
 Se la musica nei versi adesso c’è. 
 L e g g i m i 
Le “u” saran per te come scalini 
Per arrivare quasi sulle stelle 
Slaccia le scarpe e perdile nel vuoto
 Vecchi ricordi sentirai vicini 
Ti torneranno in mente cose belle 
E scoprirai che tutto era già noto.

(Sara Ferraglia)

martedì 26 agosto 2008

Vacanza in Salento

Gli ulivi del Salento hanno le rughe

Gli ulivi del Salento hanno le rughe
 Su terre rosse in ordinate schiere
 osservano le nubi di passaggio 
da un mare all’altro in solitarie fughe
 e aspettano il ristoro delle sere 
se il sole attenua il fuoco del suo raggio.
 Si adagiano campagne verso il mare
 e il vento nella notte spande i suoni 
e i canti antichi della tarantata. 
Trema una stella, brilla, poi scompare
 e dal castello fuochi come tuoni 
rischiarano impetuosi la nottata.
 Dorme il Salento quando è notte fonda 
pregno di aromi e sale sulla pelle 
mentre si placa il ritmo nelle vene
 e sulle rocce nere sfuma l’onda.
 Io mi riposo e intanto conto stelle
 fra fiori e palme a Casina Le Rene.

(Sara Ferraglia)

Ringrazio con tutto il cuore Anna Lucia, Lucio, Antonella e Salvatore , proprietari del B&B Casina Le Rene di Poggiardo ( Le) per la calda, semplice e cordiale ospitalità nella loro meravigliosa terra.
Salvatore Fedele è un talento con la sua batteria ; ascoltatelo collegandovi al sito del gruppo musicale di cui fa parte

mercoledì 9 luglio 2008

Clandestino

“Non so dove i gabbiani abbiano il nido, 
ove trovino pace. 
Io son come loro in perpetuo volo.” 
 Come i gabbiani il mio vagar dirigo 
verso specchi fallaci 
quando cerco ristoro, 
non nel mare ma al suolo.
 E come loro alla tempesta affido
 il mio orgoglio tenace 
e con l’anima esploro 
alla fine del molo. 
 Come i gabbiani qualche volta grido, 
allorché il giorno tace, 
se c’è un Dio, lo imploro 
quando il cielo è un lenzuolo. 
 Non so dove i gabbiani abbiano il nido, 
io non trovo la pace
 e non son come loro
 Io son stanco del volo. 

(Sara Ferraglia )

martedì 1 luglio 2008

Il vento di scirocco oggi


Il vento di scirocco 

Il vento di scirocco oggi 
nuvole pesanti e scure 
che passano sui poggi 
e su opache pianure, 
spinge lontano
 ( le tocco con la mano) 
 All’ultima m’aggrappo
 e m’alzo in volo forte 
sento lo strappo 
e mi stacco dal suolo 
viaggio improvvisato 
( da tempo sognato) 
 Vedo il sud più profondo
 di Sicilia o di Puglia 
mentre lascio là in fondo 
di quel duomo la guglia
 e più a sud io mi spingo
 ( emisfero meridionale)

( Sara Ferraglia )

martedì 24 giugno 2008

Preziosi momenti


Preziosi momenti


Parlami ancora 

Preziosi momenti 

Accoccolata qui fra le mie braccia 

Parlami ora 

Che dell’infanzia ritrovi la traccia

 Parliamo del futuro 

Diamo forma ai tuoi sogni 

Usciti dal cassetto degli anni 

Non esiste quel muro 

Contro il quale t’affanni. 

Parliamo della notte

 Con la luce del giorno

 Degli incubi angoscianti 

Sgretolati qui intorno 

Fra due braccia avvolgenti 

Parlami ora 

Preziosi momenti.

( a mia figlia )

giovedì 19 giugno 2008

Stella fra tante

Stella fra tante

Sai, nulla muterà nell’universo 
Tutto rimarrà uguale
 Se mai nessuno leggerà un tuo verso 
Mi disse un giorno un tale 
Un editore della mia città 
 Non ho preteso mai d’essere luna 
Solitaria e distante 
Che, se scompare, il mondo tutto imbruna 
Ma stella sì, fra tante 
Credo sia proprio questa la beltà 
 Essere quel puntino luminoso
 A volte unica luce 
Quando diventa il cielo tenebroso 
Segnale che conduce
 Ad un tempo sereno che verrà

( Sara Ferraglia )

martedì 10 giugno 2008

Vorrei conoscere Vivian Lamarque

Vorrei conoscere Vivian Lamarque 

Le vorrei confidare
 che io uso un cucchiaio 
per dosar sentimenti,
 quanto basta, mischiare 
poi aggiungere un paio di dolori cocenti
. Dal suo sguardo rubare la ricetta segreta 
e gli esatti ingredienti 
che le fanno creare su lavagne di seta 
emozioni viventi. 
 Chiamerà numi e vati lei,
 per fare arrestare una ladra di sogni? 
Fuori i versi rubati! 
e dovrò dimostrare ch’eran solo illusioni.

( Sara Ferraglia)

lunedì 19 maggio 2008

Corte di Giarola, 18 maggio 2008

Parma, tramonto autunnale

Buongiorno, la vedi?
 La nebbia dirada, 
sipario che s’apre sui viali autunnali
 comparse sfuggenti i passanti affannati 
attrici le foglie che colman la strada 
vestendo costumi di scena ancestrali
 di rossi, di gialli e d’ocra sfumati.
 Ascolta, lo senti?
 L’autunno sospira:
 è l’ape che ronza sull’ultimo fiore
 nel vecchio giardino dell’Oltretorrente,
 è il rifolo fresco che sui ponti spira 
e stringi le spalle nel primo tremore
 annuncio precoce d’inverno imminente. 
 Cammino al tuo fianco sui ricci dischiusi, 
sui frutti maturi dell’ippocastano;
 topazi e rubini della piracanta
 adornano muri e cancelli ormai chiusi 
sul sole che muore e rosseggia lontano
 in questo tramonto d’autunno che incanta.

 ( a una persona cara che ha vissuto un difficile autunno )

Segnalazione alla VI edizione del Premio letterario "Il mio paese" ( Corte di Giarola - Pr )

( Sara Ferraglia )

venerdì 9 maggio 2008

Tentazione al cioccolato

Tentazione al cioccolato.

T’amo quando mi tenta il tuo profumo
 da una vetrina nella nebbia densa
 e m’avviluppa quella voglia intensa
 che ogni resistenza manda in fumo. 
 Penetra nelle ossa questo inverno 
quando dal campanile l’ora scocca 
del languido sapor sulla mia bocca 
che il corpo accende come fosse inferno. 
 Perchè guardarti mi dà pace t’amo,
 t’amo quando mi scorri nelle vene 
e più nessun pudore mi trattiene 
quando divieni tutto ciò che bramo. 
 Placato, il desiderio si dilegua 
ma il retrogusto amaro che permane
 s’insinua nella mente come fame
 e agli appagati sensi non dà tregua.

( Sara Ferraglia )

martedì 29 aprile 2008

A volte la poesia

A volte la poesia

A volte… 
Quando leggo dei poeti i testi
 I miei diventan come polvere
 Noiosa, subito da togliere 
Prima che infarini le mie vesti.
 Ma a volte… 
Dei miei versi freschi vado fiera 
Ne farei polline per farfalle
 Canto di fiume che corre a valle
 Leggera brezza che scende a sera.
 Altre volte… 
Soffrono le rime appena nate 
Gemme che sbocciano premature 
Più bisognose delle mie cure 
Ma non per questo le meno amate.
 Ed una volta… 
Ricordo ancora la meraviglia
 Della poesia che s’è fatta vita 
Da un pugno stretto leggera è uscita 
E dalla mano di mia figlia.

(Sara Ferraglia)

Pubblicato sulla rivista on line su http://www.opposto.net/

venerdì 25 aprile 2008

Ancora 25 aprile

Qualcuno ha schiaffeggiato la speranza

Ha posto sull’attesa un drappo scuro

Tracciato un rigo nero sul futuro

Svuotando questo giorno d’importanza.

Qualcuno anche il ricordo vuol sbiadire

O raccontare storie all’incontrario

Ma il tempo con pazienza scrive un diario

Di giorni che non possono morire.

( Sara Ferraglia )

venerdì 18 aprile 2008

Passeggiata

Passeggiata

Camminerò con te anche domani 
lentamente sottobraccio
 su quel tappeto di foglie
 nel viale autunnale.
 E avrò nelle mani 
carezze non date e mai perse 
carezze di donna o di moglie 
e sogni lontani mai spenti. 
E sarà domenica
 quel discorrere allegro e quel tempo sereno
 che l’inverno invoglia 
quando cade sul viale
 anche l’ultima foglia.

(Sara Ferraglia )

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venerdì 28 marzo 2008

Sonetto per i tuoi tredici anni

Tredici anni

Per te non ho mai scritto una poesia
 Eppure sei da sempre nel mio cuore 
E prima che tu cresca e scappi via 
Voglio lasciarti un segno del mio amore. 
 Parole nate per i tredici anni 
Per questo tempo strano e misterioso
 Pensieri dolci per quando t’affanni 
Pensieri allegri quando sei gioioso.
 Piccole note per una canzone 
Che t’accompagni nella tua giornata 
Che possa suscitare un’emozione 
Come carezza su di te posata. 
 A volte quel che conta non si vede 
Ma sta da qualche parte ad aspettare
 Poi d’improvviso sai cosa succede?
 Che con la mano tu lo puoi afferrare. 
 Avrai per questo mondo occhi curiosi 
Avrai un cuore che saprà ascoltare 
Avrai pensieri chiari e luminosi 
E saprai sempre dove vuoi andare.

A Pietro

(Sara Ferraglia)

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venerdì 14 marzo 2008

Genitori e figli...piccolo pensiero.

Comunque figli. 

Siamo stati germogli 
E poi cespugli incolti 
A volte rami in fiore 
E spesso rovi 
Comunque figli. 
Stessi volti nei volti 
Fitto intreccio d’amore
 In giorni vecchi e nuovi.

( Sara Ferraglia)

sabato 8 marzo 2008

8 marzo : La forza delle donne

La forza delle donne

Ardevano le messi sotto il sole
 Mentre la falce amica le avvolgeva 
Sciamavano lontano le parole 
Di chi giustizia seminar voleva. 
 La contadina dalla pelle scura 
Segnata dagli schiaffi della vita 
Sfidava il cielo il vento e la paura 
Chiudendo in pugno forte le sue dita. 
 Tornò l’autunno con la nebbia densa 
Ad offuscare l’anima e la mente 
Tornò la falsa gloria di chi pensa
 Che il tutto sia di pochi solamente. 
 Mai stanca l’operaia in bicicletta 
Sull’argine del fiume travolgente 
Di vita e di speranza era staffetta 
Fra i volti intimoriti della gente.
 Si ruppe il ghiaccio e venne primavera 
Di fiori nei capelli e di canzoni 
E si cantò di pace quella sera 
D’aria pulita e libere emozioni. 
 Sentiva la ragazza giunta l’ora 
D’esser padrona della propria vita 
Temeva di dover soffrire ancora 
Ma dentro la sua forza era infinita. 
 Ancora nubi scure all’orizzonte 
E brividi di freddo nella schiena 
Ma limpida e distesa è la sua fronte 
Lei, giunco che resiste nella piena.

(A mia nonna, a mia madre, a me stessa, a mia figlia e a tutte le donne che verranno)
(Sara Ferraglia )


2° premio - "L'insigne Borgo Sala Roderari" - AL - maggio 2005
Menzione speciale Premio "Walter Ciapetti - Castelnuovo G.- LU - 2007)
3° premio - "Il dolce stile eterno " - Firenze - 2007)
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Eravamo in corteo

Eravamo in corteo

Eravamo in corteo, ragazze

che la notte volevan sfidare

Indumenti bruciati, un eccesso

e qualcuno ci prese per pazze

per la libera scelta d’andare

dove ancora non era concesso.

Oggi piove, una donna cammina

nel vapore di nebbia autunnale

E sui tacchi vacilla insicura

se la notte si fa più vicina

Anche un’ombra può farle del male

e ritorna un’arcaica paura.

Riprendiamo la notte e che sia

orizzonte di luna e di stelle

E il pensiero sia fresco vivaio

e si nutra con la fantasia

alla forza brutale ribelle

come rosa che sboccia a gennaio.

( a tutte le donne che ancora hanno paura )

(Sara Ferraglia)

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lunedì 25 febbraio 2008

Non canto alla luna

Non canto alla luna 

Stanotte una luna sfacciata e beffarda 
Si sporge dal cielo per farsi ammirare 
Si fa più vicina all’umano dolore 
Lo sfiora, sorride ma non la riguarda
 Le piace esser musa e far sospirare 
Chi alza lo sguardo al suo freddo chiarore. 
 O luna stregata tu no, non m’inganni 
Non canto nel coro d’amanti e poeti
 Tu pallida luna, tu luna d’argento 
Tu diva adorata nel corso degli anni 
Tu scrigno prezioso per mille segreti
 O luna, sei sola nel gran firmamento.
 Non levo lo sguardo, lo vedi? T’ignoro 
Non cedo ad effimeri slanci del cuore 
Accelero il passo, proseguo il cammino 
Ho altro da fare, pensieri e lavoro
 Frammenti affannosi di un giorno che muore
 Ritagli di tempo aspettando il mattino. 

  (Sara Ferraglia)

Poesia pubblicata da Viadellebelledonne sul Quaderno "La notte" scaricabile da
http://viadellebelledonne.files.wordpress.com/2008/02/la-notte.pdf

venerdì 15 febbraio 2008

Il Pianto di Calypso

Il pianto di Calypso

Sono le onde di Calypso il pianto 
Respira il vento e sferza la scogliera
 Candide pietre immobili più in alto 
Si specchiano nel mare blu cobalto 
La città vuota attende nella sera 
D’antichi cavalieri il passo e il canto. 
 Giganti austeri nel silenzio immoti 
Difendono da secoli la traccia
 Dell’uomo prima della sua parola 
Quando la luna illuminava sola 
Rocce selvagge con la triste faccia 
E mondi nuovi ancora erano ignoti
 Sciaborda l’onda e scopre la collana 
Di quella ninfa che morì d’amore 
Coralli rossi incidono la roccia 
Là dove stilla ancora goccia a goccia 
Il sangue di chi vide nel dolore
 La vita che nel mare s’allontana.

(Sara Ferraglia) Viaggio a Gozo - Malta - Febbraio 2008

mercoledì 6 febbraio 2008

Una sera in toscana


Una sera in toscana

Polveroso il sentiero saliva

al casale dal sole baciato

La cicala insistente friniva

sull’ulivo dal tempo piegato

Diveniva la mente leggera

nel silenzio, sul far della sera

Terra rossa di fuoco sfumata

dalla mano d’antico pittore

Dolcemente sui colli adagiata

da una chiesa sonavan le ore

Solitario un cipresso ondeggiava

nella notte, che il vento cullava

Più vicine la torre e le mura,

maestose guardiane silenti,

avvolgevano d’ombra sicura

stretti borghi e giardini dormienti

Apparivan lontano, sul mare,

stelle ardenti e tremanti lampare

(Sara Ferraglia)

Poesia pubblicata nella plaquette "Toscana"- Piccola casa editrice Acquaviva

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domenica 3 febbraio 2008

Noi poeti



Noi poeti 

Noi poeti siamo tristi
 Rami d’una stirpe antica
 Spesso cupi e troppo seri
 Noi dell’intimo gli artisti 
Senza pena né fatica 
C‘insinuiamo nei pensieri. 
 Invadenti noi poeti 
Delle anime angosciate 
Ci spingiamo dentro i cuori 
A cercare i meno lieti 
E saggezza dispensiamo 
Poi cingendoci d’allori. 
 Noi poeti siamo strani 
Ci crediamo possessori 
Di straordinaria luce 
Ed invece siamo umani 
Servi ed umili cantori 
Della vita in controluce.

(Sara Ferraglia)

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venerdì 1 febbraio 2008

Lasciami sfiorare le tue rughe.

Lasciami sfiorare le tue rughe 

Lasciami sfiorare le tue rughe.
 Quella in mezzo alla fronte, 
solco profondo, per i dubbi e le paure
. Quelle agli angoli degli occhi, 
raggi sottili, per le gioie e i sorrisi.
 Quelle ai lati delle labbra,
 tracce perenni, per le cose non dette. 
Lasciami sfiorare le tue rughe 
Fedele specchio delle mie. 
 ( a mio padre e a mia madre )

Sara Ferraglia

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domenica 27 gennaio 2008

Ascoltando Goran Bregovic

Notte di guerra nei Balcani ( ascoltando Goran Bregovic)

Danza scatenata danza gitana
 Intorno al fuoco allegra e colorata 
Capelli lunghi mossa la sottana
 Rossa sul volto non s’è mai fermata. 
 Cupa la notte balcana che avanza 
Fredde le stelle nel cielo appannate 
E cresce intenso il ritmo della danza
 Gambe leggere dal vento sfiorate.
 Ogni scintilla che nasce dal fuoco 
Ancheggia e sale nell’aria già scura
 E della musica il magico gioco 
Cancella dai suoi occhi la paura. 
 Or brillano nel buio gli occhi neri 
E danza sul suo petto la collana 
Avvolta dai colori e dai misteri
 La morte nella notte s’allontana.

( Sara Ferraglia )

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venerdì 25 gennaio 2008

A mia figlia...prima che nascesse.

L’attesa

. Mi riempi il corpo e l’anima 
 Immensamente grande
 Come un abbraccio all’universo 
 O come quando guardo il cielo terso.
 Lascia che ascolti il tuo respiro 
 E silenziosamente parlami di te. I
ntensa voce 
 Goccia preziosa e pura essenza
 Natura stessa della mia esistenza.
 Ogni momento nella lunga attesa
 Ricamerò d’amore il nome tuo
 Immensa vita che ti sei accesa.

(Sara Ferraglia )
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martedì 22 gennaio 2008

Tempi moderni...

Se un pettirosso canta all’alba 

Ma come può cantare un pettirosso 
nell’albeggiare così freddo e bigio?
 Davvero immaginare io non posso 
cosa lo ispiri in questo giorno grigio!
 M’affaccio alla finestra per capire, 
allegro se ne sta s’un davanzale
 ed il suo canto a tutti sembra dire 
“C’è sempre il sole dopo il temporale.” 
 Sbatte le alucce e il canto mi rapisce, 
non riesco più a distogliere la mente 
sono incantata e forse lui capisce, 
sale di tono ancora più abilmente. 
 Canta le meraviglie del creato
 e sembra che non voglia mai finire. 
Da un piano alto arriva un ululato
 “Ma quando smetti che voglio dormire!” 
 Per un così gentile concertino 
che cosa fa passar l’ispirazione? 
Non occorre un cervello molto fino 
per capir che la colpa è di un coglione.

(Sara Ferraglia)

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mercoledì 16 gennaio 2008

Tu ed io sorelle


Tu ed io sorelle

Siamo mai state con gli occhi persi
sole, a guardar le stelle?
Cresciute all’ombra d’alberi diversi
Tu ed io, sorelle.
Il vento di carezze avaro
Ci ha sferzato la pelle
Nemico il tempo, a volte amaro
Tu ed io, sorelle.
Ci siamo mai abbracciate forte
Per entrar nella pelle?
L’una nell’altra radici contorte
Tu ed io, sorelle.
Gli stessi segni tracciano il volto
Le nostre voci, solo quelle
Parlano a due anime in ascolto
Tu ed io, sorelle.
(A mia sorella Bruna )
(Sara Ferraglia)


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martedì 8 gennaio 2008

Quando incontrai la poesia

La poesia. 

Solitaria in disparte 
mollemente adagiata sul letto di parole
 nella nebbia dell’arte
io ti avevo trovata fra le anime sole.
 Con le mani ti ho presa 
Occhi chiusi a cercare
 sconosciuta emozione 
Al tuo fascino arresa
 come naufrago in mare 
che non ha direzione.
 Silenzioso il tuo canto di sirena o di musa 
mi rapisce nell’onda 
del sorriso e del pianto 
nella luce soffusa 
poi ritorno alla sponda. 

(Sara Ferraglia)

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domenica 6 gennaio 2008

La notte della Befana.

La notte della Befana.

Ti svegli all’alba coi piedi ghiacciati 
Cerchi le calze per farti scaldare 
Scendi dal letto e cominci a frugare
 Nei desideri dei tempi passati 
E nei ricordi dal sonno offuscati.
 Cerchi il rumore di passi sui tetti 
Ed il profumo di notti stellate 
Quando sognavi di streghe e di fate 
Quando dal cielo piovevan confetti 
Forse perduti da incauti folletti.
 E’ proprio questa la cosa più strana 
Che il tempo è maestro, a volte, a sbiadire 
Pensieri ed orme che vuoi custodire 
Poi certe notti l’oblìo si dipana 
E ancora aspetti l'amata Befana.

(Sara Ferraglia)

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sabato 5 gennaio 2008

Chissà se arriva...

Chissà se arriva.


Silente notte di nebbia padana

penetra il freddo fin dentro le ossa

spero in un dono, non credo che possa...

dormon le stelle, la luna è lontana

chissà se arriva fin qui la Befana...

(Sara Ferraglia)

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martedì 1 gennaio 2008

Ninna nanna al 2008 appena nato...



Ninna nanna per un bambino africano


Possano nudi i tuoi piedi
sprofondar nelle dune
Possano i sogni in cui credi
attraversar notti e lune.

Possa la terra odorare
d’uva matura e grano
e possa tu calpestare
l’erba sull’altopiano.

Calore e sete placati
dall’acqua del torrente
e d’amore saziati
anima cuore e mente.

E possa il vento portare
libero il tuo pensiero
fino a raggiungere il mare
di pace messaggero.

Possa tu riposare
Sotto un cielo stellato
E ringraziare il cielo
Solo per esser nato.

( a tutti i bambini che soffrono in qualche parte del mondo )



Sara Ferraglia






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